Il Mio Blog non vuole essere un monologo, ma un invito all'incontro: pertanto sono graditi i commenti e il succedersi degli scambi che ne conseguono.
Buona lettura!

mercoledì 6 novembre 2024

AZIONE!

 


 

Ieri sera ho messo sul fuoco i fagioli raccolti dal mio piccolo orto improvvisato: ne è uscita, con l’ausilio di certe erbette aromatiche, una zuppa piacevole e consolante: piacere del palato e dello spirito: li avevo seminati in estate, i fagioli, e ho visto alzarsi, giorno dopo giorno, quei fili verdi, arrampicarsi su per le canne secche, appositamente aggiunte a supporto. Mi sono goduta la delicatezza dei fiori rosa, e poi ho visto i baccelli spuntare e cambiare colore, infine gonfiarsi. Poi, la raccolta.

Basta poco a scaldare il cuore.

Qualche giorno fa ho vissuto una strana esperienza, su cui sto ancora riflettendo: ero in uno spazio dedicato ad informare sulla realtà militare: ho visto giovani adulti esortare i loro bambini a giocare con le armi, a fingere di fare la guerra indossando visori 3D, ad esercitarsi in azioni militari con gli esperti del settore, veri soldati che esponevano simboli dei corpi speciali di appartenenza. Ridevano, felici, i bambini, come anche i genitori.

Basta poco a raggelare il cuore.

Oggi viviamo immersi in un fluttuare di informazioni… Parole tra le quali risalta continuamente il termine GUERRA. Ogni giorno, questa guerra si avvicina alle nostre case, come una grande macchia di petrolio sversata nel mare. Si estende lentamente, vischiosa e scura. L’Oriente scotta, e l’Occidente decide chi aiutare, chi ignorare, dove guardare… perché non è più possibile astenersi, nessuno può più permettersi di non sapere: questo è il mondo globale. L’informazione diffusa, la politica intrecciata… Questioni economiche.

A scuola abbiamo appreso nozioni sulla guerra. Leggevamo che si trattava di un evento importante, che era giusto supportare con le risorse possibili, anche umane. 

L’insegnante delle scuole elementari mi rimproverava la mancanza di coraggio, io che non sarei mai stata in grado di farmi tagliare la lingua per onore di patria; che i veri patrioti si, erano persone degne! E non capivo perché avrei dovuto farmi tagliare la lingua nel nome di una “patria” che non sapevo cosa potesse significare.  Suo fratello era morto in guerra.

Poi ci hanno insegnato che la guerra era una brutta realtà, dove le persone morivano, perdevano i cari e gli averi, e che poi ci sarebbero voluti anni per tornare ad una condizione di vita “normale”… Il fragore delle poesie, le frasi roboanti e i termini pomposi svanivano lentamente sotto i lamenti dei sopravvissuti.

Poi la scuola ci ha insegnato che esistono guerre giuste e guerre necessarie, e anche guerre da condannare.. Ci è stato detto che esiste una etica in guerra… anche il Papa ha invitato a rispettare comportamenti umani in uno stato di guerra.

Io mi sono sempre chiesta come potessero stare accanto parole così contrastanti. Cosa può esserci di etico in una guerra, dove persone si uccidono a vicenda. Anche il Papa ci si mette: va bene la cattiveria, ma non esagerate, eh! Il Papa, che dovrebbe parlare di pace e di amore..

 

Dopo aver frequentato le scuole da studente le ho frequentate da insegnante, e ho imparato quanto sia facile e delicato orientare una giovane mente. Ho affrontato narrazioni diverse su fatti interpretabili – come ogni fatto - e ho sempre spinto chi avevo davanti a mettere in discussione ogni dictat. Se esercizi di stile devi subire, esercizi di stile è meglio imparare!

Oggi, alle scuole, si aggiungono gli insegnamenti globali, quelli che passano attraverso la rete in mille canali: purtroppo e per fortuna. Fiumi di input si riversano sulle menti creandovi il caos, la saturazione e nuovi miti.

 Le famiglie subiscono la violenza di una società in corsa, e faticano a competere con tanti maestri. I ragazzi, oggi, sviluppano nuove competenze e allenano zone diverse del cervello – ce lo dicono i neuropsichiatri, gli psicoterapeuti e anche i grafologi.  

Forse è come scriveva Matisse: l’arte di chi nasce dopo di noi non potremmo davvero capirla, perché è il frutto di un vissuto strutturalmente e totalmente diverso: non abbiamo le coordinate per orientarci.

Eppure, qualcosa è possibile farlo, o ci arrendiamo così?  L’atomismo democriteo è stato frainteso: anche tra elementi diversi, sosteneva il filosofo, passano informazioni e intervengono a modificare chi le accoglie. Difficile pensare al futuro, ora che tutto è cambiato, difficile lavorare sugli uomini del futuro…Ma ancora più difficile far finta di nulla.

 






lunedì 7 ottobre 2024

Accado

 

Passi gravi su questa terribile terra, per sentieri complessi e scarsamente esibiti. Passi veloci e poi lenti, incerti e di nuovo sicuri. Il movimento mi radica a terra ma spinge le membra scomposte nell’aria, ad occupare lo spazio nel quale mi muovo.

 Esisto e ci sono, per scoprire e scoprirmi, laddove nulla è già noto e molto è di già vissuto. Rileggo pagine care, che suonano oggi con note diverse; osservo espressioni incomprese, forzando la mia percezione. Elaboro, discuto, provo a girare e rigirarne di nuovo il verso...

Io muto. Da giorni, da mesi, da ore.

 Muta anche il suono della mia voce, oggi lontano rispetto a quello di ieri. Mi perdo e proseguo, e così vivo la nuova certezza: esisto se cambio. Vorrei fermarmi a pensare, a ordinare, a capire, ma davvero non posso. 

Divoro ogni atomo di quanto mi arriva e ancora subisco la sete e la fame, e vado oltre nel tempo, che ha smesso di essere per farsi, alla fine, esistenza corposa.

Emozioni che turbano, che entrano e poi scivolano via. Ricordo le fitte, rivedo le lacrime, il caldo ed il freddo, la vicinanza di un corpo, ed il vento, e i passi sul suolo, la sabbia chiara e l’azzurro del cielo. La musica del mare che avvolge, potente e ostinata.

Sedotta dal cielo e dal mare, come in un ventre accogliente, piango di gioia e di qualcosa che non so definire.

Vivo da giorni in uno stato confuso e brillante: sembra che gli occhi vedano meglio, e la voce che esce sicura, articolando parole che tagliano netti i pensieri, lanciandoli fuori. Fulmini in cielo, luminosi e veloci, distanti da chi mi circonda. 

Assisto al rumore del mondo senza sapere se è sano o se è solo il prodotto della mia follia.

Procedo, tra l’onda e la sua schiuma, e ne arriva subito un’altra, che porta la sabbia rasposa e gusci vuoti perduti nel mare. Il sole brilla su tutto, splendendo sulle gocce di limpida acqua che è fredda, e mi fa aggrinzire la pelle.

 Voci confuse dal passato entrano ed escono a levigarmi la mente, volti perduti a me cari, lontani e presenti: la vita nell’anima, la porto con me in esplorazione pel mondo.

Rimangono impronte sulla sabbia bagnata, a breve coperte dalla prossima ondata. Cambia di nuovo la scena: così la mia vita, e l’anima strana che porta il mio nome.

Persone amiche cercano me, ed io non riesco ad afferrarne le mani…Cammino e procedo, coi loro volti nel cuore, verso ciò che ancora non so. 

Occhi sgranati nell’aria, a bere i colori, a giocare con tutto, protesa in avanti, trattenuta da quanto rimane lì dietro.

 Un misto di gioia e tristezza, intanto che accado.






venerdì 30 agosto 2024

Giocando in amicizia

 

 

Vivo la mia vita in diretta, come tutti, ma forse un po' più di tanti rimango sorpresa da quello che accade. 

Mi immergo nell’aria e respiro i colori che mi accolgono, il calore e le belle atmosfere: paesaggi, certo, ma soprattutto panorami umani. Io non so resistere al sorriso sincero, alle battute argute, alle carezze fisiche e morali, ed amo spostarmi su questa nostra terra in compagnia di chi, come me, ama farlo, alimentando il piacere della scoperta che risponde alla mia impietosa e perenne curiosità.

E’ così, semplicemente vivendo, che incontro anime amiche: ci prendiamo per mano, e camminiamo nei prati.

 

Ho ricevuto un omaggio, e non posso non renderlo noto: per la poesia, la gentilezza, la dolcezza, e la sagace attenzione rivoltami.

Grazie Davide.

 

 

 

 

Cielo nitido, aria settembrina, frizzantina per antonomasia. Le condizioni migliori per pensare di andare a fare due passi, per avventurarsi in qualche dove. E' il momento propizio per andare a suonare quella piccola campana in ottone che già di suo racconta la ricercatezza di chi la installa.

Uno, due movimenti di polso ed echeggia il suono del metallo vibrante. Ma a parte un paio di fighi che cadono sul prato, poc'altro accade. Tentar non nuoce, e si riprova, ma con discrezione. Sì, perché qui il rispetto vien prima d'ogni altra cosa e l'insistenza non è gradita. Si ode un sibilo venire dal prato. Forse chi abita l'interno 13 è sdraiato sull'erba? No... falso allarme. Sono solo due tartarughe che a passo fulmineo si dirigono verso il cancelletto di ingresso con sguardo affamato. Ci si fissa negli occhi come due sfidanti del Far West e alla domanda “Dov'è lei?”, le donzelle con carapace rispondono piccate “Vallo a sapere, cercala su qualche montagna impervia!”

Ebbene sì, c'era da attenderselo. Ma lei in fondo è fatta così. Dove si troverà ora Marina Serafini...

Domanda che spesso esseri umani, tartarughe, cornacchie, gechi e chissà chi altro, si sono posti.

Più misteriosa nei suoi spostamenti di Diabolik, più sfuggente di Carmen Sandiego.

Vien fuori una giornata da sposalizio, senza una nuvola in cielo, che non la senti neanche alzare dal letto con il buongiorno tipico degli ultimi tempi, (n.d.r. un bel colpo di tosse), e già si è volatilizzata.

Dicono sia la reincarnazione di Heidi versione Cesanense, ma è probabile che l'opera non fu in realtà scritta da Johanna Spyri. Attendibile che sia un'opera autobiografica della Serafini stessa.

Ci piace immaginarla così adesso: scarpe da trekking su qualche passo dell'Appennino, con in spalla attrezzi e quant'altro occorra per la realizzazione di un trullo in alta quota. Sì, perché terminato il tempo delle disquisizioni accademiche, e dei pettegolezzi residenziali, giunge l'ora di riscoprire il contatto con la natura. Come un'italica Margreth Olin, il recupero delle energie psicofisiche non passa per il sopore, bensì per l'immersione totale con Madre Natura.

E se dovesse mai bussare alla vostra porta per invitarvi senza preavviso a qualche visione cinematografica o evento culturale... datele fiducia. Per qualcuno potrà essere un'esperienza onirica per altri un arricchimento personale. Dipende dalla predisposizione.

E se siete grandi appassionati di Steven Seagal non ditele che il genere docufilm d'autore non vi rappresenta. Troverà delle argomentazioni, tali che vi ritroverete seduti in poltrona cinematografica senza neanche sapere come.

Dite piuttosto che avete una vicina con la quale i rapporti non sono più idilliaci e preferite elaborare un piano per gestire il tutto. Vi ritroverete comunque al cinema, ma sarà un'amica sincera che vi darà il suo punto di vista e la sua mano incondizionata.

Dove sarà ora Marina Serafini. Probabilmente è ora di pranzo e si starà preparando un lauto banchetto. Ha mani buone in cucina e non si va sul convenzionale spesso. Se proponete un'insalata perché volete rimanere leggeri, probabilmente vi renderete conto che il suo giardino è in realtà un orto botanico alla ricerca dei sapori più disparati. Ma è sempre una grande scoperta.

Se si tratta di banchettare ve ne andrete via sorridendo e con la pancia piena. Occhio a quando vi verrà offerto il mirto artigianale di famiglia. Approfittatene subito!

Sembra, ma di questo non ne abbiamo le prove, che giri un nuovo inquilino che abbia l'abilità di far cadere le bottiglie del summenzionato liquore e spaccarselo sui piedi. Meglio approfittare prima che venga disperso inutilmente.










 


mercoledì 3 luglio 2024

24 maggio 2024

 


Mettere insieme i pensieri e le vite. Emozioni potenti che sfumano in altre a venire, come gli strati di nuvole vari che solcano il cielo, navi fatte di nulla, di lieve candore. Come le nostre anime: soffici illusioni spostate dal vento, mostrano ciò che non sono diventando ogni minuto diverse. Sorpresa per me stessa che lo vivo, sbattuta da una certezza ad infinite domande, che rimangono infine senza risposta alcuna, o solo con intrecci confusi.

 Accetto le regole nuove di un gioco moderno, lontano da quello cui sono stata istruita: il cambiamento è la norma, l'equilibrio dipende da come so starvi. Non esiste una sola risposta, né se ne contrappongono mai… coesistono eventi e pensieri, coesistono emozioni diverse. La contraddizione, comprendo, è solo nel nostro  rigore, che è fatto di argilla, e si riempie di crepe, secca al sole e poi si disfà.


Ascolto i consigli delle onde del mare, che mi rullano addosso con una forza ostinata. Mi parla, il mare, e mi spinge al largo, in zone che abbiamo creduto pericolose ma che invece dovremmo e potremmo gestire.







mercoledì 12 giugno 2024

12 giugno

 


Fiammelle rosse nel fitto di foglioline verdi, mi carezza la pelle quella fioca luce solare intanto che lascio quel luogo, così brutto e triste, che raggiungevo da sola per tornare da te.

Ora non esco più sola, e qualche anima triste mi ha donato un sorriso, così che questo pallido sole sembra più caldo e più onesto. 

Tornerò e riandrò ancora, sola, tra questi due mondi, traghettata da emozioni alternanti, che si aggiungono di anno in anno. Io che vivo oltre la compagnia del tuo corpo e delle tue espressioni, nell'immersione di un amore che non può finire.


 Buon compleanno, Daniele. 














martedì 12 marzo 2024

Così

 


Undici marzo, un cielo plumbeo e l’aria fresca di una primavera tardiva. Le tartarughe riposano ancora nel buio della terra umida e non si fanno vedere, mentre i gatti del vicinato attraversano ostinati il mattonato che porta al rettangolo verde del mio giardino. Mi affaccio alla finestra e li guardo: corpi cicciotti  ricoperti da colorate pellicce.

Le prime margheritine fanno corona ai piedi del vecchio fico, che sembra un vate, così contorniato, e ha l’aria del buon maestro sotto al cappello contorto di rami nodosi ancora spogli, su cui pennuti di varia misura saltellano rapidi di qua e di là, atterrano e ripartono in una danza sonora, oltre che visiva.

Le stagioni che si rincorrono e si ripetono: i fiori bianchi del pruno e quel ramo di ciliegio ormai spento, che rievoca umori migliori. Accanto al tronco grigio, dietro al muretto di cinta, fa capolino un giovane nespolo. Chi va e chi viene, dando inizio ad un viaggio diverso. Osservo, in transito io stessa tra momenti diversi di una vita in più atti su scenari molteplici.

 Un sorriso mi allarga il cuore e dopo qualche attimo è lì a trafiggerlo. Mi ripeto che lo so già, che le stagioni ritornano, che tutto si ripete, l’amore e il dolore: un respiro dolente e affannato accompagna i miei passi, intanto che i profumi del vento portano via pensieri confusi. I miei e quelli di altri.

Ricopro dei semi con un velo di terra ed estirpo le erbe invadenti. Mi godo il colore dei fiori e distendo i miei passi in lunghi silenziosi percorsi: perdo il conto dei fili che tessono nei giorni la mia curiosa esistenza. Ogni tanto una mano gentile mi afferra, ma poi mi rilascia e scivolo via, di nuovo, nel silenzio che ben mi appartiene.

 Sola tra gli altri.







giovedì 12 ottobre 2023

16 settembre

 

Che caos, con flutti che si espandono da ogni dove, dilagano nella mia anima e intorno alla mia persona. 

Onde che si scontrano sovrapponendosi come tele leggere, come i riccioli lenti della mia chioma. 

Rimango immersa nella spuma frizzante, che solletica e mi confonde. Vivo una gradevole e preoccupante sensazione di spaesamento, conscia del fatto che nulla mi sostiene ad eccezione delle mie gambe, in questo mare senza fondo e senza limiti.

Una sensazione di estraniante libertà, infine.

Cadono i riferimenti, si smontano le convinzioni, svaniscono le certezze: tutto muta di continuo, e si profilano nuove forme possibili, stimolanti e allarmanti ad un tempo.

Torno da un viaggio e non ricordo l'indirizzo di casa: il sogno racconta la mia storia. Quale è il mio indirizzo? Sta cambiando ancora.

Sembra che io non debba tornare più, ma andare avanti ed esplorare. Proprio come fanno certe care bestiole, che zampettano goffamente sul suolo, frugando col muso ogni anfratto, sempre in cerca di altro.

È tempo di esplorazione e  sperimentazione, di incontri ed abbandoni, di sorrisi e sospiri.

Il cielo mi guarda e la terra mi sostiene. Le mie membra scivolano tra le correnti.
Un corpo solo nel flusso infinito.