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Buona lettura!

giovedì 22 aprile 2021

E se possiamo farlo, cambiamolo, il mondo! - Rossella Köhler

 


 Anche per lei, ai tempi della scuola, la geografia è stata una materia noiosa, fintanto che all’università, il prof. Lucio Gambi, titolare dell’omonimo insegnamento, ha spalancato il velo di Maja: lui parlava di sostenibilità.

La studentessa Rossella Köhler scopre dunque la geografia come “materia di studio fondamentale”, tanto che diverrà lei stessa geografa – oltre che insegnante, blogger e scrittrice. 

Nel tempo Rossella ha fatto della sostenibilità il proprio grido di battaglia, impegnata nel trasmettere – parole sue - ottimismo alle nuove generazioni, ciò di cui abbiamo tutti un gran bisogno: i giovani devono esser preparati ad intervenire e a fare le cose in maniera diversa da come le ha fatte chi appartiene alle precedenti generazioni. 

Loro devono essere messi a conoscenza del fatto che esistono progetti importanti, portati avanti da coetanei, semplicemente ragazzi. Il movimento c’è, esiste, e va condiviso, va diffuso e stimolato perché diventi azione corale.

Oggi il tema della sostenibilità è sulla bocca di tutti, e siccome rifiuta una compressione confinante entro specifiche aree di azione, diviene facile trovarlo ovunque: un condimento verde come il prezzemolo, necessario – come la stessa erba – perché interessi di difficile metabolizzazione scendano giù senza conseguenze dannose.

Ma cosa è questa sostenibilità? Si tratta di un concetto ampio, che ha preso piede a partire dagli anni ‘70 in risposta alla delusione indotta dal processo di forte industrializzazione orientato al consumo di massa - sia pure tenuto per una manifestazione di grande spinta evolutiva.

 Si capì progressivamente che tale modello non era davvero applicabile ovunque nello stesso modo, dato che i paesi esportatori di materie prime - i siddetti paesi del terzo mondo -  erano i più vulnerabili alle fluttuazioni del mercato. 

Un passo avanti nelle coscienze fu fatto: la crescita economica deve procedere in equilibrio con la ridistribuzione delle ricchezze. Si giunse infine alla comprensione che lo sviluppo non è solo espressione della crescita economica, ma una dinamica basata sulla qualità della vita.

La definizione più nota del concetto di sostenibilità la si deve al documento che va sotto il nome di Commissione Brundtland, un documento pubblicato nel 1987 dalla  Commissione mondiale sull'ambiente e lo sviluppo. Ivi si leggono temi di economia, criteri di giustizia sociale e, finalmente, si spende del tempo sul riconoscimento dei limiti delle risorse della Terra.

La definizione suona così:

Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”.

In sintesi, esso consta nella ricerca continua di una equità intergenerazionale che cura gli equilibri tra la sfera economica, sociale ed ecologica (nel senso di ambiente).

 Una parola che rimanda a valori importanti, declinati più o meno onestamente in tutti gli ambiti. Oggi parliamo di consumo responsabile delle risorse nel rispetto dell’esigenza di sviluppo di generazioni presenti e future, perché non resti fuori nessuno. 

Il futuro, che nutrirà e sarà curato dai nostri figli e dai loro figli.

Il sito dell’Onu rende disponibile una gran quantità di materiali multimediali, ma non sono di facile gestione: documentari, esercitazioni, testi, video divulgativi e materiale di notevole valore, in lingua inglese, che non aiutano il fruitore scolastico ad orientarsi nella complessità di temi tanto vasti e interconnessi.

Da quest’anno, inoltre, le scuole sono chiamate ad affrontare gli stessi argomenti nelle aule e a diffonderne la consapevolezza tra i futuri adulti, senza che le istituzioni abbiano fornito linee guida o strumenti didattici appropriati: gli insegnati sono stati lasciati soli in quella che è stata indicata come una fase di sperimentazione esplorativa. In base a quanto ne emergerà, forse, verranno suggeriti percorsi per l’anno a venire.  

Non si tratta quindi solo di formare i ragazzi, ma anche di aiutare gli adulti che li accompagnano.

E Rossella si mette al lavoro: l’operazione di divulgazione si specializza su un blog: Il Progetto Ipazia, uno spazio che nasce con l’intento di realizzare e rendere disponibile agli insegnanti di scuola primaria del materiale per svolgere il lavoro in maniera innovativa; materiale realizzato da insegnanti, autrici ed esperti di didattica aperti al confronto e allo scambio con operatori di settore. 

Si susseguono sezioni divise per discipline, a partire proprio da quelle più direttamente connesse al concetto di cittadinanza attiva (quale disciplina, poi, realmente, non lo è?), aree dedicate alla metodologia, ad esercitazioni possibili, alle normative, ed anche a materiali in lingua straniera. In quest’area emergono i temi trattati nei sussidiari che l’autrice scrive per le scuole.

Contenuti “densi” espressi in un linguaggio semplice, perché siano di facile e piacevole acquisizione.

Spazi che rispondono alla forte esigenza, espressa dall’attuale corpo insegnante, di strumenti e sostegno per la trasmissione e divulgazione tra i ragazzi dei temi della sostenibilità: temi, come abbiamo visto, di recente formulazione e di difficile gestione.

La geografia è una materia di studio che, progressivamente, ha subito drammatiche restrizioni contenutistiche e contestuali nelle scuole. Oggi viene insegnata prevalentemente nelle scuole secondarie attraverso insegnanti dalla formazione non specifica, trattata davvero solo in settori ben definiti, come la geografia del turismo o la geografia economica - prevalentemente negli istituti tecnici. 

Alla luce di ciò la Köhler ha deciso per una sorta di distanziamento urbano, più che sociale: si è trasferita in campagna, e anziché formare i ragazzi in aula ha deciso di formare i loro formatori, così da potenziarne il risultato… i famosi “due piccioni con una fava”! 

E brava Rossella, che agisce nel backstage, realizzando strumenti per chi dialoga con i giovani e con il futuro. Un dialogo a doppio giro, che stimola la ricerca alimentando la creatività.

I testi realizzati per le scuole rispettano i programmi ministeriali ma aprono anche ad altre discipline, orientati a presentare questioni legate alla cittadinanza attiva – una disciplina che si vuole parecchio diversa da quella educazione civica di vecchia memoria cui era esposta la generazione di chi scrive.

 L’enfasi dedicata alla dimensione patriottistica ha ceduto finalmente il passo alla riflessione sulla comunità, alla cittadinanza democratica e alla cittadinanza globale.

Parliamo, con Rossella, e il tempo scorre veloce verso l’ora di pranzo: i limiti dell’offerta scolastica, l’ideale regolativo del processo di integrazione – mai realmente concretizzato, e lungi dal trovare attuazione… Il commissariamento del sindaco di Riace, che aveva intentato con successo un’operazione di recupero sociale… Questo mondo che va come non deve andare… E anche l’altro blog, Fantasticnonna, nato dalla necessità di esorcizzare un evento personale che suscita domande e riflessioni, nel rifiuto dello stereotipo della nonna-balia. 

L’autrice ha portato con sé sul web altre donne-nonne, coinvolgendole in una esperienza comunicativa che sa di cultura, di sensibilità, di responsabilità e di intelligenza.

Non abbiamo a che fare con una persona noiosa né seriosa, pertanto, sbirciando tra i post, scivoliamo tra eventi, riflessioni, progetti…e ricette di cucina. Testi che scorrono facilmente sotto gli occhi informando e incuriosendo il lettore.

Ma Köhler non si ferma, come il tono incalzante della sua voce, e la sperimentazione continua sui social: da Istagram a Clubhouse, in cui non sono più immagini e parole a fare da padrone, ma la voce degli utenti, esercitate in stanze dedicate a discussioni tematiche.

 E anche qui prendono corpo i temi veri, quelli importanti, quelli da discutere e diffondere anche a microfoni aperti: la sostenibilità della produzione, l’apicultura, l’importanza dell’accesso all’energia e le sue forme, la scuola e, ovviamente, L’Agenda 2030.

Rossella mi parla del microcredito, mi racconta l’esperienza che ha vissuto nell’aiutare un gruppo di donne ugandesi a mettere su una piccola attività di impresa; mi entusiasma con la sua soddisfazione per aver compreso, per aver ascoltato e per aver potuto dare. 

E mi rasserena sul fatto che c’è ancora chi ama coinvolgere in azioni comuni, al di là del monito al distanziamento sociale.

Che forza, certe nonne!






 


giovedì 1 aprile 2021

Aprile

 

Primo aprile, un giorno dei tanti trascorsi qui sulla terra.

Oggi però il cielo è pulito e l’azzurro che mi sovrasta rimanda a pensieri sereni. Siedo sul muretto che costeggia il giardino, col suo calore mi scalda le gambe, e osservo le margheritine rosate che stanno sul prato, a piccoli gruppi.

 Sono intontita, ipnotizzata dal ronzio delle api che, numerose, si spostano vibrando tra i  fiori  leggeri del caro ciliegio. I rami, sulla mia testa, sono cosparsi di ciuffi odorosi, tanti petali bianchi a carezzarmi la mente, sotto il sole tiepido di una primavera un po’ timida, forse pudica.

Ascolto il concerto dei piccoli uccelli che vanno e vengono vicino al mio corpo, saltellano tra i fili verdi e sul mattonato, alla continua ricerca, e rimbalzando qua e là spiccano il volo, in direzione dei rami. 


Vorrei restare così, per un tempo infinito, a godermi una pace armoniosa di cui ho una sete profonda.

Il ronzio invade l’aria e carezza la mia anima tristemente ferita. Il sole, e l’aria, e i piccoli amici piumati, con gli echi di una voce sommessa, che si ripercuote nella memoria accendendo pensieri. La nostalgia di un tempo più intimo e dolce, di una carezza sul viso, di una mano gentile che si univa alla mia…

Vorrei donarti questo momento, vorrei che guardassi con me questa luce, per sorridere ancora, insieme.