Il Mio Blog non vuole essere un monologo, ma un invito all'incontro: pertanto sono graditi i commenti e il succedersi degli scambi che ne conseguono.
Buona lettura!

venerdì 13 dicembre 2019

A casa

Vedo un camion sgangherato procedere lentamente su di un percorso di campagna.
 L'erba é verde, e il terreno impervio, le grosse ruote incedono costanti sul terreno, portando oltre quel metallico bestione dall'aspetto superato. Roba di altri tempi e di altri luoghi, ma nel pieno delle sue funzioni. 
Il rimorchio può contenere prodotti agricoli, e può tenerne molti.

 Oggi mi vedo cosi: fuori moda, probabilmente, un pó vintage, funzionale e chiaramente orientata.
I miei passi sulla terra e un altro giro di ruote.

Cammino sotto al sole mentre cerco la cicoria nuova, che mi toccherà nettare con pazienza immergendola nell'acqua fredda più e più volte. Ma poi, alla fine, che sapore!
Un uomo in lá con gli anni mi sorride, un pó curvo nel suo corpo stanco, con l'aspetto burbero di sempre, ma solo per scherzare. 
Aspetterà che lo abbracci, e si illuminerà con le mie risate.

 E' lì che mi aspetta, mentre finge di essere distratto. E allora giochiamo per un pó, raccontandoci aneddoti e fingendo di rimproverarci a vicenda per una cosa o per l'altra, fino a quando si fa una cert'ora e via, ognuno per sé fino al prossimo incontro.
Quest'uomo ha degli orti fantastici, corsie dai colori alternati sempre ricche di verdure attraenti, carnose e vivaci. 
Nessuna serra, nessuna aggiunta: il duro lavoro di una famiglia allargata e di pochi collaboratori nei campi.
 Arrivo e mi si spalanca lo sguardo, inizio a chiedere e a guardare, indico e mi sorprendo, come una bimbetta stupita. 
Mi piace quel mondo! 

E in modo paziente quell'uomo, che é diventato in cosí poco tempo mio amico, accoglie il mio fiato, sorride alle mie reazioni, fa mostra di sopportare a fatica, e infine cede e mi descrive le sue attività, i prodotti che vedo, i problemi intercorsi; mi racconta dei camion che arrivano al mattino a portar via i pancali che vedo arrivare in sequenza. 

Le foglie e la terra, broccoli e verze, patate, cipolle, collane di rossi cornetti piccanti...Tutti i preziosi di questa stagione. Colori verdi e viola, colori rossi e bluastri. 

Friccica il freddo del mattino, intanto che il vento spazza via quelle poche nubi nel cielo, e un drappo di storni dispettosi disegnano nell'aria mutevoli quadri viventi. Li guardo e invito anche gli altri con me. 
Mi accorgo di averli tutti coinvolti: quattro persone col viso rivolto all' in su, davanti a quel magico movimento continuo, fluido e disarmante. 


La natura mi accoglie e io l'abbraccio felice: mi sento a casa, mi sento viva. 
Finalmente mi sento umana.






giovedì 5 dicembre 2019

MATTINO

Mi sono svegliata che ancora era buio; il suono del vento, lí fuori, penetrava familiare attraverso i vetri e le pareti, la sottile linea che separa le mie notti da quel felice giardino.

 Il tepore del letto ben si confà al graffiante stridore del vento, che scuote le fronde con la veemenza di un mare in tempesta. Avverto le onde rigonfie, grosse nel lento rollio, a sovrastarsi l'un l'altra, fino a infrangere in un prezioso letto di schiuma. 

 Ammirata e sedotta, nella penombra della mia stanza, ho visto quell'immenso mare vivace, animato da forti correnti, come un enorme strano animale che respira e si espande, spavaldo sovrano del suo regno al confine con l'immensa distesa del cielo.
 E sembrava parlarmi, sussurrare in una lingua ancestrale un certo conforto, chiamarmi al risveglio da un mondo in un altro, entrambi reali, con toni avvolgenti e amicali...

Mattina, tra queste mura tranquille, mi raggiunge leggero un lungo nitrito dal campo vicino. Sa di leggero e di fresco, una fragranza dal manto lucente, come quello  dello stallone robusto che si aggira nel verde del campo. Ha il collo liscio e diritto, allungato al terreno, e mastica  l'erba bagnata di fresco, solitario e tranquillo nel suo territorio. 

Quando gli passo davanti succede qualcosa ad entrambi: come curiosi turisti ci rivolgiamo silenziosi l'un l'altro, in ascolto, a guardarci. Rimaniamo così per qualche minuto, ogni volta, ognuno dalla sua parte della staccionata: lui lí e io qui, connessi attraverso un sentire che sa di tranquillo e che piace ad entrambi. 

Il cielo si tinge di sfumature rosate, e poi diviene arancione. E illumina i campi ed i vetri delle rade dimore. Quella luce dipinge le foglie con sprazzi preziosi, ed espande il respiro sulle ampie distese coperte di brina: oro in cielo e argento ai miei piedi. 

Appoggio le mani sul muretto muschiato mentre l'aria frizzante  raggiunge attraverso le nari il mio corpo, e mi accorgo che sto sorridendo. 

Io mi sento felice.