Il Mio Blog non vuole essere un monologo, ma un invito all'incontro: pertanto sono graditi i commenti e il succedersi degli scambi che ne conseguono.
Buona lettura!

mercoledì 1 luglio 2020

Compagnie

E insomma, mi dico, in questo bel giardino su cui si affaccia la casa in cui vivo, c'è posto davvero per tutti!

Me ne stavo pigramente allungata sulla sdraio, le gambe rialzate su una sedia, e una giacca di lana grossa a ripararmi dal venticello fresco della sera. 
Me ne stavo lì, un po' sonnacchiosa, quando un movimento percepito al limitare del mio campo visivo mi ha destato l'attenzione. Nella bruma serale la luce tenue del faretto mi restituiva la sagoma snella di un piccolo vivente che, lesto e snello, letteralmente volava dal muretto giù sul prato, e dopo pochi passi incerti, via di nuovo su, nel versante opposto, fino al buio indistinto della siepe.

Pelliccia scura e coda nutrita, quattro zampe sotto un corpo lungo... Mi sono un po' rammaricata di non aver avuto l'occhio pronto: chissà chi era l'ospite in tangente...
Ma poi, dopo un po' di minuti, eccolo che torna, misterioso ed elegante, comparire in silenzio da chissà dove: un gatto dal pelo nero e morbido, un muso appuntito e l'andatura felpata. Mi viene incontro, si trattiene incerto a breve distanza, e poi si sdraia a pancia in su, invitandomi con un'allungata di zampa ad avvicinarlo. 

E' giovane, si vede dalle zampe grosse e cicciotte. Complice la serata tranquilla, coi suoi suoni familiari di uccelli e di fronde, cedo al mio codice etico e mi lascio andare: immergo le dita in quel pelo liscio e sottile, che ricorda un batuffolo di lana spettinata e soffice, e le lascio scorrere sul corpicino magro, fino alla coda, e poi sotto le orecchie, per una grattatina apprezzata. 
Un suono viscerale che ricorda il motore di un trattore lontano invade l'aria, con toni progressivamente elevati. 

Ho commesso un errore, mi dico: adesso accadrà proprio ció detesto nei gatti, e infatti accade.
La piccola massa pelosa si alza di scatto sulle zampe, arcuando la schiena come un ponte. E inizia a strusciarmisi ossessivamente sugli stinchi, avanti e indietro, con quel fare appiccicoso che mi urta. Mi allontano cercando di interrompere l'ipnotico rituale, e lo lascio lí, osservando a distanza quella macchia scura in una notte divenuta quasi nera.

 Sembra tonto, un po' spaesato, si muove a caso perlustrando, e poi si ferma davanti all'entrata di casa, guardando dentro con ostinazione rigorosa. 
Lo so cosa mi sta comunicando: é curioso e astuto, e aspetta solo che io dica si. 
Ma io dico no: la sua comodità significherebbe la fine della mia libertà. 
Mio malgrado, quindi, emetto un suono brusco che lo distrae dall'intento, e l'esplorazione ricomincia silenziosa. 
Dopo un poco però si stanca, si stende in terra e resta lí, nel buio. In attesa, magari, di una carezza accessoria. 
Oggi é stata una giornata calda, piena di sole e senza un filo di vento. Ma finalmente l'aria è rinfrescata, e qui fuori si sta davvero bene: lo so io e lo sa il mio ospite inatteso.

Mi sfugge un sorriso compiaciuto: ogni giorno un nuovo amico, un passaggio di vita che accade dinanzi ai miei occhi. In questi giorni ho incontrato una volpe, che si è fermata due volte a fissarmi con quegli occhi segnati di scuro, con un tratto forzato che ricorda il bistro degli attori di teatro. 

Ho visto scivolare con silenziosa eleganza un grosso serpente dalla pelle verde brillante tra i rovi e gli arbusti sotto il sole, e indaffarati topini di campagna, lucertole e tamarri, grilli di ogni misura e colore, e poi le lucciole, in queste serate calde, apparire e sparire nel prato, come a definire la magia del luogo.

Quanta vita si esibisce intorno, nonostante me e insieme con me, includendo questo spettatore curioso e affascinato.
 Mi ripeto ridendo che è cosí: c'è posto per tutti in questo bel giardino, dove ammiro e rispetto  lo sforzo che ogni vivente fa nel corso della sua esistenza. 

Non siamo soli, anche se a fatica siamo in grado di saperlo.