Il Mio Blog non vuole essere un monologo, ma un invito all'incontro: pertanto sono graditi i commenti e il succedersi degli scambi che ne conseguono.
Buona lettura!

mercoledì 14 novembre 2018

Le brutte sorelle




Autentico è ciò che si riferisce alla nostra vera interiorità (autòs : sé stesso ed entòs: in, dentro), al di là di quello che vogliamo apparire o crediamo di essere. (https://it.wikipedia.org/wiki/Autenticit%C3%A0#Etimologia)

Di situazioni curiose, nel tempo, ne ho incontrate parecchie. Eppure ce ne sono di un tipo a cui proprio non so abituarmi.

 Si tratta di chi si introduce con fare strisciante nella vita degli altri e poi, pian piano, e senza fare troppo rumore, al pari di un tarlo rosicchia via quanto si trova dinanzi, e lo trangugia con l'ottusa protervia che é propria di chi si lascia condurre dalla ingordigia smodata: braccia ossute e bocca affamata, sempre in cerca di una sazietà inappagabile, ad ingurgitare in fretta del cibo rubato - così di fretta perché non vada perduto.

 E allora il furto è divenuto già doppio, perché la materia sottratta non è nemmeno compresa: non se ne è colto il sapere; è solo sostanza che serve a riempire, materia che accresce il grigio ammasso arraffato. 

 Sottratta a chi l'aveva sapientemente  assemblata; sottratta a chi avrebbe saputo fruirne con vantaggio per sé e per altri attraverso di lui.

Ma l'avidità è una vecchia signora, curva sullo scheletro ossuto, e sola nella sua cecità. Si vanta e si bea del proprio misfatto e facendo in tal modo denuncia, ostentandola ignara, la propria pochezza. 

Guardate, signori, che bella veste ho indossato: è lucente e tutta da me realizzata. Non nota la vecchia che la gonna le struscia tra i piedi, né che la manica è larga, e ricade pesantemente su un arto per il quale non ha la misura. Non si avvede che un colore così va accostato ad uno spirito allegro e che la sua lucentezza oscura la misera ombra che le si impone dal basso.

 È tutto per altro, e ad altri dimostra di quanta pochezza é ornata la scaltra ignoranza. 

Scaltrezza per chi, se poi non sai trarne vantaggio?

E dunque signori un tale spettacolo non so proprio osservarlo senza provare un certo disagio: Avidità è sorella a Miseria ed insieme, tra gli sguardi seccati della stanca platea, se ne vanno a braccetto via per le strade, in cerca di Gloria, la terza sorella perduta che  pure acclamano in molti, convinti che basta ingannare le genti per fare di sè gran signori.

Ma la sorella rimane lontana, donando di sè l'immagine falsa che danza soltanto nella mente annebbiata di chi prende senza nemmeno vedere, ed espone così scioccamente la propria scarnita magrezza.

Ed ecco, è capitato di nuovo. Davanti al mio sguardo inasprito il movimento continua: persone che stanno facendo per sè e per gli altri, ed altre che prendono e buttano via. 

Chi fa e chi spreca, sciupando in questo modo malsano il valore di quanto le mani rapaci hanno sottratto con violenta ignoranza.

Ma dopo il rumore rimane il silenzio, e le vuote parole si disperdono insieme alle pallide foglie invernali: un soffio di vento e tutto finisce.