Il Mio Blog non vuole essere un monologo, ma un invito all'incontro: pertanto sono graditi i commenti e il succedersi degli scambi che ne conseguono.
Buona lettura!

lunedì 24 marzo 2025

La prospettiva?

 

Era il mio cinquantesimo compleanno, immersa in una vasca di acqua termale a 80 gradi nel mezzo di un bosco lussureggiante, in un paese lontano, a godermi la compagnia di amici imperdibili, irretita da conversazioni affascinanti, culturali, umanistiche… Qualcuno ha iniziato a parlare di Josè Saramago…

Sono trascorsi due anni da allora, e Saramago l’ho cercato, l’ho letto e lo ho amato. Come con pochi altri autori ho pianto e sorriso, mi sono stupita, ho provato fastidio e ne sono uscita sedotta.

 Ho concluso da poco la lettura de  “Le intermittenze della morte”, un testo a mio avviso curioso, simpatico, tenero e spietato…Geniale e umanissimo, come tutto ciò che di suo ho incontrato finora.

Una storia complessa, al termine della quale la morte – scritta con la m minuscola, come pretende l’interessata nel testo - si innamora della vita, tanto da disertare il proprio compito ingrato…

In questi giorni una persona vicina è venuta a mancare, con un rapido e inatteso epilogo: un invisibile pugno allo stomaco che estranea, confonde e apre mille finestre mentali. Qualcuno ha sognato di lei, che camminava con vesti eleganti.

 Il tempo, lo spazio, i passaggi…Chi rimane riflette e sta male.

Pavel Forenskij, diversi anni fa, scriveva righe consolatorie sulla prospettiva rovesciata. Parlando di arte rifletteva sulla modalità di rappresentarsi la vita:

Davvero la prospettiva esprime la natura delle cose, come pretendono i suoi fautori? (…)O invece è solo uno schema, e per giunta soltanto uno dei possibili schemi di raffigurazione, che corrisponde alla non percezione del mondo nel suo insieme, ma semplicemente a una delle possibili interpretazioni del mondo, legata fra l’altro a una ben precisa percezione e concezione della vita? (…) la prospettiva, l’immagine prospettica del mondo, l’interpretazione prospettica del mondo, è davvero l’immagine naturale che scaturisce direttamente dalla sua essenza, è davvero l’autentica parola del mondo? O è soltanto una particolare ortografia, una costruzione tra le tante, che non esclude assolutamente ortografie diverse, sistemi di trascrizione diversi, che corrispondono alla concezione della vita e allo stile di altri secoli?

(Florenskij Pavel,la prospettiva rovesciata, 2020, Adelphi, Milano, p. 20)

Il testo sottolinea con forza la differenza tra la percezione della vita e i vari sistemi (di forme, di ordine, di valori) trasmessi nel tempo da individui specifici, figli della propria storia e dalla specifica contingenza, invitando a non confondere i due piani: l’autenticità della parola del mondo e la particolare ortografia. L’uno, ci dice, non esclude l’altro: ci sono modi infiniti di percepire la vita e nessuno è giusto come nessuno è sbagliato. Soprattutto, nessuno è esclusivo.

Saramago ci descrive una morte curiosa che, provocata da un evento inatteso, inizia una ricerca attenta che la porterà al paradosso finale; Florenskij ci presenta il rovescio della prospettiva tradizionale, espresso splendidamente nelle icone della Lavra della Trinità di San Sergio; una persona muore e alcuni la vedono in sogno sorridente ed elegante: siamo prigionieri in una stanza comoda, abbiamo le chiavi della porta che apre all’esterno, e sappiamo di poterne far uso. Ma poi, dietro quella ci sta un’altra porta, che è chiusa però dall’esterno, e dobbiamo attendere che il custode la apra per vedere davvero che cosa ci sta nascondendo. 

Le nostre convinzioni, le posizioni nette, il corrimano che ci sembra tanto necessario è solo uno dei modi con cui procedere…

Basterebbe trovare il coraggio di pensare che ci sono altri modi, e la curiosità di provare a cercarli.

 Siamo noi custodi a noi stessi.





 

 


Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono soggetti a moderazione.