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Buona lettura!

martedì 20 dicembre 2016

I tuoi sogni non sono i tuoi pensieri.



Ancora mi capita di sentire parlare dei sogni come proiezione di desideri, o solo come rappresentazione metaforica di quelle che sono le nostre riflessioni ricorrenti.

Mi occupo di immagini mentali da abbastanza tempo per sentirmi in dovere di intervenire. Signori miei: se davvero si trattasse solo di questo... Che senso avrebbero i sogni? Semplicemente la versione filmica di un dettato mentale?... Mah!

C'è in ballo molto di più.

Quello che pensiamo, lo sappiamo già: si tratta di un'articolazione razionale a livello di superficie, di coscienza. La messa in forma del pensiero richiede l'utilizzo di un codice positivo, condiviso secondo criteri grammaticali e di attribuzione di significato. Tante volte, infatti, chi parla diverse lingue afferma che per entrare in una di esse deve pensare secondo quella lingua, secondo quel codice.

Quello delle immagini è un altro codice, primigenio e universale. Significa, in soldoni, che è un linguaggio comune a noi viventi, che ci appartiene da sempre e con il quale abbiamo sempre comunicato: con gli altri, ma soprattutto con noi stessi.

Dunque, primigenio significa che c'è da sempre, dalle origini, e che quindi precede gli altri. E il modo più immediato di accedervi è quello di soffermarsi sui sogni.
Ma non si tratta solo di quello.

Le immagini le formalizziamo di continuo: sono flash, sono ricordi, sensazioni, suoni. Ci colpiscono così, inaspettatamente... Sono quelle situazioni che ci sorprendono e ci fanno dire: che strano, mi è venuto in mente... Mentre sentivo quel discorso mi è venuta una immagine.... Ero lì e ho come percepito un certo odore, che a sua volta mi ha fatto pensare a....

Niente è casuale.Dobbiamo solo investigare, così non getteremo via un messaggio che ci stiamo dando da dentro.
Ossia: i nostri radar hanno colto qualcosa prima che ci arrivassero i sensi, prima che divenisse visibile "sugli schermi'.

 Lo ignoriamo?
Direi che sarebbe un peccato.
Direi che sarebbe stupido. 

Se questo codice è primigenio, deve per forza avere nella natura il suo valore di lettura: utilità, funzionalità, natura. 
Questa immagine, cosa significa per me che la vedo? Congruenza, vantaggio, regressione? 

Il pensiero viene dopo: qui c'è l'intuizione. Qui viene rappresentato cosa precede - e quindi rende tale - il tuo pensiero. Qui la mappa di cosa ti porta a pensare in quel modo, quello che orienta il tuo comportamento.
E l'immagine, in modo sincrono, ti dà la risultanza: è un buon modo per me? O lo è solo per chi me lo ha trasmesso? E che succede se continuo? Quali alternative possibili?

È la descrizione di quanto avviene in sala comando, insomma, una descrizione che non è utile ignorare.

Quindi no, a dispetto di un noto ritornello, i sogni non son desideri, né semplici pensieri: i sogni sono lo specchio della nostra realtà. 









4 commenti:

  1. Lo specchio...
    Come ti vedi quando nel sogno lo specchio riflette la tua persona, il tuo volto?
    Ti vedi per come realmente sei.
    Lo specchio onirico con la sua immagine riflette, quasi sempre, la falsità delle tue convinzioni, l'inutilità dei tuoi affetti, la distorsione della tua razionalità (arrogante e presuntuosa).
    L'effettualità dei tuoi pensieri.
    Non i pensieri, ma le loro risultanze.
    Lo specchio inverte la dx con la sin.
    L'errore, la malattia, il dolore somaticamente (sul corpo) può essere a sinistra (o viceversa) ma la sua causa è quasi sempre controlaterale (interessa l'emisfero opposto del cervello): dolore a sin, causalità a dx.
    Lo specchio è controlaterale, evidenzia fisicamente, nella immagine riflessa, la vera parte malata (quella apparentemente sana) che si compensa a discapito di quella fisicamente malata.
    Un po', come ben distingue la terapia sistemica, quando osserva il contesto familiare come un unico organismo vivente ed identifica come sintomo il componente malato (dipendente emotivo-affettivo) e come causa l'apparente sano portatore del mortifero complesso dominante (p.e. mamma ansiosa, guru fallace, falso nonno ritenuto saggio).

    Lo specchio onirico è come una finestra di Windows (finestre ;-)).
    Per capire e sapere cosa c'è dietro hai bisogno di imparare il linguaggio di programmazione della GUI (Graphic User Interface) che genera le immagini.

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  2. La GUI.. si, ci ho scritto su qualcosa (http://lettureeparole.blogspot.it/2016/01/personal-computer.html?m=1);

    Lo specchio riflette la tua situazione effettiva: la metafora comunemente diffusa dello specchio che non riflette l'immagine dell'eventuale vampiro che vi si pone dinanzi non è solo una trovata filmica,vero? Ossia: una persona che agisce in compensazione di vita rubando quella degli altri, nutrendosi dell'energia altrui e quindi non vivendo (i cosiddetti morti viventi) non ESSENDO, non costituendo cioè esistenza vera, non può riflettere alcuna immagine: non c'è nulla da riflettere. Giusto?

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    1. Quasi giusto...
      Lo specchio di vetro, nei films e nei racconti horror, non riflette il vampiro o la strega.
      Perchè???
      Facile, elementare mia cara Dokson:
      cosa è il racconto, la favola, il film, se non la proiezione delle immagini mentali dell'autore o del regista?
      Per cogliere la psicologia negativa o vampirica bisogna andare DENTRO lo specchio mentale che genera i pensieri operativi del parlante (il suo minuscolo Io logico).
      I sogni sono questo SPECCHIO che inequivocabilmente denuncia la presenza alienante.
      Nei films, tanto per fare un esempio, noi vediamo il contenuto manifesto dei sogni del regista che li espone per come li ricorda senza peraltro capirci più di tanto (Fellini docet).
      Ma dietro quelle immagini, che denunciano, con silenziose urla, il complesso dominante, si consuma una vita.
      "Giulietta degli Spiriti", "Amarcord","La Strada","8 e 1/2",...
      Sono il funereo refrain di un infantile ricordo legato alla nostalgia di un perduto affetto materno di cui le prosperose Sandra Milo o Anita Ekberg sono la memoria di uno sfigato Marcello (Federico) che si deve accontentare, ahimè, della sua Giulietta.

      Egregia Dokson, lo specchio onirico è lo Sherlock capace di individuare il simbolo egemone della triade (Stimolatore, Alimentatore, Egemone). Nei films il vero regista è sempre e comunque mr. Egemone che non compare mai nei titoli di coda.
      Lo stesso dicasi nella farsa della politica dove sciocchi bambocci neuroprogrammati si fanno si fanno portavoce di prezzolati spin doctors.


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  3. ... Lo stesso dicasi nella quotidianità sociale, in cui schermati spin doctors agiscono indisturbati nelle nostre memorie e attraverso di esse, a prolungare gli effetti del loro lavoro come invadenti e invisibili spore.

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