Vivo la mia vita in diretta, come tutti,
ma forse un po' più di tanti rimango sorpresa da quello che accade.
Mi immergo nell’aria e respiro i colori
che mi accolgono, il calore e le belle atmosfere: paesaggi, certo, ma
soprattutto panorami umani. Io non so resistere al sorriso sincero, alle battute argute, alle carezze fisiche e morali, ed amo spostarmi su questa
nostra terra in compagnia di chi, come me, ama farlo, alimentando il piacere
della scoperta che risponde alla mia impietosa e perenne curiosità.
E’ così, semplicemente vivendo, che incontro
anime amiche: ci prendiamo per mano, e camminiamo nei prati.
Ho ricevuto un omaggio, e non posso non
renderlo noto: per la poesia, la gentilezza, la dolcezza, e la sagace attenzione rivoltami.
Grazie Davide.
Cielo nitido, aria settembrina,
frizzantina per antonomasia. Le condizioni migliori per pensare di andare a fare due passi, per avventurarsi in
qualche dove. E' il momento propizio per andare a suonare quella piccola campana in ottone che già di suo
racconta la ricercatezza di chi la installa.
Uno, due movimenti di polso ed echeggia
il suono del metallo vibrante. Ma a parte un paio di fighi che cadono sul prato, poc'altro accade.
Tentar non nuoce, e si riprova, ma con discrezione. Sì, perché qui il rispetto vien prima d'ogni altra cosa e
l'insistenza non è gradita. Si ode un sibilo venire dal prato. Forse chi abita l'interno 13 è sdraiato sull'erba?
No... falso allarme. Sono solo due tartarughe che a passo fulmineo si dirigono verso il cancelletto di
ingresso con sguardo affamato. Ci si fissa negli occhi come due sfidanti del Far West e alla domanda “Dov'è
lei?”, le donzelle con carapace rispondono piccate “Vallo a sapere, cercala su qualche montagna impervia!”
Ebbene sì, c'era da attenderselo. Ma lei
in fondo è fatta così. Dove si troverà ora Marina Serafini...
Domanda che spesso esseri umani,
tartarughe, cornacchie, gechi e chissà chi altro, si sono posti.
Più misteriosa nei suoi spostamenti di
Diabolik, più sfuggente di Carmen Sandiego.
Vien fuori una giornata da sposalizio,
senza una nuvola in cielo, che non la senti neanche alzare dal letto con il buongiorno tipico degli ultimi
tempi, (n.d.r. un bel colpo di tosse), e già si è volatilizzata.
Dicono sia la reincarnazione di Heidi
versione Cesanense, ma è probabile che l'opera non fu in realtà scritta da Johanna Spyri. Attendibile
che sia un'opera autobiografica della Serafini stessa.
Ci piace immaginarla così adesso: scarpe
da trekking su qualche passo dell'Appennino, con in spalla attrezzi e quant'altro occorra per la
realizzazione di un trullo in alta quota. Sì, perché terminato il tempo delle disquisizioni accademiche, e dei
pettegolezzi residenziali, giunge l'ora di riscoprire il contatto con la natura. Come un'italica Margreth Olin,
il recupero delle energie psicofisiche non passa per il sopore, bensì per l'immersione totale con Madre
Natura.
E se dovesse mai bussare alla vostra
porta per invitarvi senza preavviso a qualche visione cinematografica o evento culturale... datele fiducia.
Per qualcuno potrà essere un'esperienza onirica per altri un arricchimento personale. Dipende dalla
predisposizione.
E se siete grandi appassionati di Steven
Seagal non ditele che il genere docufilm d'autore non vi rappresenta. Troverà delle
argomentazioni, tali che vi ritroverete seduti in poltrona cinematografica
senza neanche sapere come.
Dite piuttosto che avete una vicina con
la quale i rapporti non sono più idilliaci e preferite elaborare un piano per gestire il tutto. Vi
ritroverete comunque al cinema, ma sarà un'amica sincera che vi darà il suo punto di vista e la sua mano
incondizionata.
Dove sarà ora Marina Serafini.
Probabilmente è ora di pranzo e si starà preparando un lauto banchetto. Ha mani buone in cucina e non si va sul
convenzionale spesso. Se proponete un'insalata perché volete rimanere leggeri, probabilmente vi
renderete conto che il suo giardino è in realtà un orto botanico alla ricerca dei sapori più disparati. Ma è
sempre una grande scoperta.
Se si tratta di banchettare ve ne
andrete via sorridendo e con la pancia piena. Occhio a quando vi verrà offerto il mirto artigianale di
famiglia. Approfittatene subito!
Sembra, ma di questo non ne abbiamo le
prove, che giri un nuovo inquilino che abbia l'abilità di far cadere le bottiglie del summenzionato
liquore e spaccarselo sui piedi. Meglio approfittare prima che venga disperso inutilmente.