É notte, e ancora non riesco a dormire.
Ho traversato il giorno
senza mai sostare: ho cucinato, ordinato, camminato, sorriso e
corrugato la fronte. Pensieri e dense emozioni hanno catturato la mia
persona in alternanze corpose.
E poi ho incontrato la sera, senza sapere come e
nemmeno il perché. Ad un tratto il cielo si é scurito, ed i viali, dove più e
dove meno, sono stati violati da fasci di luce severa.
La sera in una città, una tra le tante location in cui si svolge
questa strana esistenza.
Da qualche mese io vivo in campagna. In una casetta circondata dai campi,
custodita da antichissime querce, profumata da acacie spinose ed ornata da
frutti selvatici. La notte i cinghiali raspano tra le fronde, scavando il
terreno e solcando la quiete con i loro rumorosi sospiri. Di giorno stormi di
uccelli attraversano il cielo lassù, e ghiande nutrite atterrano sul
mattonato che costeggia il giardino.
Timidi funghi si affacciano tra i folti
germogli, ed un odore di terra matura mi inebria al mattino, quando il cielo
si accende per gradi fino a mostrare, orgoglioso, l'incendio dell'alba.
Così ha inizio la mia giornata.
Spalanco le finestre e sorrido a tutta la vita che mi circonda:
i custodi della mia nuova esistenza.
Saluto il ciliegio, che ho liberato
da quelle pungenti formiche e dalle liane asfissianti, annidate tra i rami e
sul tronco rossastro; sorrido al bel fico, i cui rami nodosi strutturano la
chioma complessa, così ampia, e si estendono giù verso me, come arti graziosi
protesi ad accogliere la mia ammirazione; e poi omaggio la grande quercia che
domina tutto, dalla sua alta postazione, con le foglie che brillano al mattino
di una luce dorata, spioventi verso il basso e indisciplinate, come i
riccioli lenti che mi cospargono il capo.
In questo luogo, dovunque mi giro io vedo la vita: dal ragno che
fila paziente, legando la sua piccola preda, all'animaletto ritroso, che
si è infilato sul prato per mangiare i residui caduti dei frutti. Se ne stava
immobile tra i fili verdi, guardandomi dal basso come a scusarsi, con i suoi
occhioni luminosi e cerchiati di scuro...
Osservo le api che si poggiano a
terra per bere in una giornata di sole, ed il piccolo geco che ha scelto
il soffitto della mia cucina come ostello notturno.
Vedo la palma spintonata dal vento, e mi arrivano i versi del cavallo
che vive oltre il muretto. Il vento e la pioggia, e quando arriva la nebbia, ad
imbiancare lo spazio in maniera quasi uniforme, attutisce tutti i rumori e fa
apparire tutto irreale.
Respiro finalmente un'aria che a me si confà, intanto che guardo
lontano, tra i campi e verso quel piccolo lago che riflette i colori del
cielo, e mi dona una calma ancestrale. Indosso i miei scarponcini e
mi addentro nel verde: raccolgo cicorie, foglie di salvia e bacche
odorose, e come un animale selvatico riempio la mia casa di questi bottini, li
sistemo per fare colore, per nutrirmi e per scaldare il mio cuore.
Adesso io vivo cosi, circondata da amici che non sanno tradire, che vivono
solo se stessi curando anche me, offrendomi doni preziosi e contribuendo
a creare l'ambiente in cui provo piacere. E mi confondo con loro,
lisciandone i rigidi tronchi, carezzando le foglie nervose, assorbita dal
naturale andamento, un po' lento, armonioso e sorprendentemente
accogliente.
In estate ho levato gli spini che oscuravano il sole e raccolto i
frutti succosi che mi si offriva dai rami. E adesso che é autunno osservo
le foglie cadere, arrugginite e indurite, che strisciano via sul terreno a
causa del vento. I tronchi rimangono spogli e si espongono fieri nella
propria maestà.
Mi piace osservarli, con tutte le loro ferite, mi piace
toccarli e provare quella forte emozione che mi si gonfia nel petto e che
sale più su, verso l'alto.
Loro sono dei veri guerrieri: difendono la propria
esistenza intanto che il mondo gli cambia d'intorno. Si piegano un po', cercano
il sole e frugano in basso, in cerca del nutrimento migliore, ma rimangono
fermi, tra il cielo e la terra, piantati in un mondo che cambia e si espande
con arroganza impietosa.
Chi di loro é capace resiste, si adatta e diviene più
forte e più bello. Un po', forse, come accade a noialtri....
Will a tattoo distort or stretch if my own body grows?
RispondiEliminaI am 18 years old, and I want a tattoo on my spine and chest.
However, my body continues to be growing and i work out a lot so im concerned that if i keep getting
muscles, will the tatoo distort if my chest and back again get wider/larger muscularly?
Since the tattoo can be in your skin of course it will change
as the skin changes. However, unless you have EXTREME development
or weight and muscles change the tattoo will remain recognizable.
Also, an impression up can simply clean up the changes and
restore clarity.
Commentatore sconosciuto, i segni sul corpo rimangono, cambiando con esso, e non é sufficiente un colpo di spugna per farli sparire. Cosi mi domando se non hai dimenticato di inserire un punto interrogativo a chiusura dell'ultima frase...
RispondiEliminaC'è vita nelle sue parole Marina, una vita che si tocca e si annusa e si morde e ti fa venire voglia di vivere ancora e ancora.
RispondiEliminaStrani mondi questi, dove ci si incrocia senza conoscersi.
Grazie di avermi passato, dall'altro, qui, con un salto insperato, che riempie di curiosità i miei occhi, i quali ora socchiudo.
Buoni giorni (e buon lavoro, altrove... :) ).
Franco
Buona vita!
RispondiElimina:)