Il Mio Blog non vuole essere un monologo, ma un invito all'incontro: pertanto sono graditi i commenti e il succedersi degli scambi che ne conseguono.
Buona lettura!

venerdì 14 luglio 2017

ESTREMO







Metti che sei in un isola di poco più di 20 km di lunghezza e 30 di larghezza. E che ti trovi a 4000 km dalla città in cui solitamente vivi, su questo pezzetto di terra e roccia in mezzo alle grosse onde oceaniche, sempre schiaffeggiata dal vento...

Qui nemmeno l'idea di cosa sia il sovraffollamento, il traffico, lo smog asfissiante; qui non ci sono squillanti e inopportune sveglie al mattino, a ricordarti le varie tappe che ti scandiscono il giorno; qui non c'é la fila dal benzinaio (ce ne sono due per miracolo), e non devi prendere il ticket per fare i tuoi acquisti. 
Un ambiente limitato, con pochi abitanti e pochissime risorse.
Circondato dall'acqua piú blu che abbia mai visto finora.

Metti che é notte e che ti ritrovi su uno sperone di roccia a 6 metri dall'acqua scura, che romba e soffia sotto di te, gonfiando e trascinandosi gravemente sugli scogli sottostanti, e ti stai destreggiando (male, per la verità) con una canna da pesca molto lunga, leggera si, ma comunque di faticosa gestione, intanto che le ventate la spostano e sembrano volertela togliere di mano.
Spegni la lampada e osserva.
Ti accorgerai che non esiste la notte buia, ma un chiarore diffuso che rende tutto realmente visibile: vedi le pietre, gli oggetti, vedi gli occhi brillanti dei grossi pesci pelagici che navigano lì intorno; vedi la riccia barba spumosa delle onde che si espande quando incontra la costa...

E tu sei lì in mezzo al nulla, come direbbero alcuni, ma assolutamente al centro di tutto.

Il frastuono del vento e del mare coprono i suoni di chi sta cercando di dirti qualcosa, poco piú indietro, e ti accorgi che il cielo é un pó roseo, nonostante sia giá tarda notte. 
Il tuo amico ha esultato, e ora si affanna nel portare su un grosso pesce, che lotta per salvare la sua libertá, e con essa la propria vita.

Tu non hai pescato un granché, ma non conta: sei dentro lo spettacolo e te la stai godendo alla grande!

Poso la canna e mi stendo sul dorso: la roccia é dura e piena di asperità che la rendono tutt'altro che comoda. Ora ho gli occhi diretti verso il cielo e ravviso l'origine di quel chiarore: ci sono miriadi di stelle lassú, sembrano brillanti di vario taglio, cuciti in ordine sparso su un lungo drappo elegante, esteso all'infinito.

Lascio penzolare liberamente i miei piedi nel vuoto, mentre guardo lassú, e non ho davvero bisogno di altro. Penso alla cittá da cui sono arrivata, e a quanto sembra lontano da qui quel mio modo di accompagnarmi alla vita.












6 commenti:

  1. Cara Marina, mi hai fatto sentire su quella roccia con questo tuo efficace modo di raccontare. Ti avevo chiesto se eri ancora la mare ma ho capito che sei tornata. Percepisco qualcosa di profondo che ti lega a quell'isola, perché non hai raccontato solo una vacanza... Deve essere bello e alo stesso tempo doloroso misurare ogni volta quei 4000 chilometri. Un grande abbraccio
    ps: bella foto!

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  2. Beh..Piú che una vacanza,la definirei una scuola di esistenza...La cosa piú difficile é tornare al vecchio gioco quando hai imparato a giocarne uno diverso...
    Sono ancora qui, ma a breve dovró percorrere quei 4000 km, e dovró dimostrare a me stessa che so applicare nuovi modi a vecchie situazioni!
    Quelli sono saraghi di scoglio:abboccano raramente,e quando succede combattono con tutte le forze - e ne hanno, credimi - per difendere se stessi. Davvero un buon esempio!
    :)

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  3. In nome e per conto dei saraghi;
    Abbiamo assoldato SaragKILLER. La prossima volta che verrai a Scolietto Preto guardati le spalle, in agguato c'è SaragK pronto ad azzannarti.

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  4. ma questa è l'isola che non c'è...di Bennato?
    Sicuramente un luogo anti stress!!

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  5. C'è, c'è....
    Piú che Bennato, direi ben-rinata!!!
    ;)

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