Il Mio Blog non vuole essere un monologo, ma un invito all'incontro: pertanto sono graditi i commenti e il succedersi degli scambi che ne conseguono.
Buona lettura!

lunedì 25 luglio 2022

Luce

 

Conduco una vita concitata, sono concitata, la vita è concitazione: lascio girare queste parole in attesa di rispondere alla domanda di un amico. 

Sto rispondendo a me stessa, alla domanda che continuo a pormi da un po' di tempo, e che mi perseguita da quando ho saputo della nascita della mia nipotina. 

La notizia è arrivata a sorpresa, e mentre la voce di mio fratello suonava nelle orecchie, ero spaesata ma in modo bello, e sentivo lacrime scendermi sul viso. L’animo pervaso da una emozione che non capivo. E tutti a dire che è normale “perché è la famiglia”, ma questo lo so già.

 Ci sta dell’altro, qualcosa che va oltre la “normalità" di un evento che pure è straordinario.

Una certa inquietudine mi ha accompagnata per giorni, finché mi sono trovata a vivere una situazione analoga: presenziavo al matrimonio di una coppia di amici. L’evento inanellava più di 10 anni di convivenza – quella che appariva alla mia mente come una formalità che non avrebbe portato alcun cambiamento alla loro situazione.

Osservavo la mia amica, radiosa nel suo bel vestito, adornata di fiori ed emozionatissima. Li osservavo mentre si scambiavano gli anelli e si guardavano con tenerezza, poi lei si è girata verso di me e aveva gli occhi bagnati. Si sono bagnati anche i miei, e qualcosa di invasivo si è posizionato nella mia gola.

 Insomma, che succede? Non trovo strano il fatto di emozionarmi, ma strano era quel tipo di emozione. Anche stavolta, si trattava di qualcosa che andava oltre.

Pensa e ripensa, credo di esserci arrivata: si tratta di questo tempo, e della vita.

Da mesi ormai la nostra attenzione è focalizzata su disgrazie, cattive notizie e allarmismi dovuti a stati pandemici, alla diffusione di virus sconosciuti, a crisi geopolitiche, economiche e climatiche. Io stessa non faccio che documentarmi e devo ammetterlo, effettivamente, che si respira un’aria plumbea, come se il nostro mondo fosse coperto da un cielo torbido, denso e brutto.

 E sinceramente, ritengo che lo sia. 

Ma sono caduta anche io nell’ipnosi di massa: ecco cosa è successo, ecco le lacrime… Finalmente una crasi! È accaduto qualcosa di bello, di vivo e di umano, qualcosa che nasce dalla felicità e la genera a sua volta, e finalmente la luce del sole, quel sole che ci appartiene e che domina il cielo, si è lasciata mostrare.

 Un evento distrattivo rispetto al grigio ha rovesciato la visione: qualcosa di brutto, ora è chiarissimo, si è immesso in qualcosa di bello, quel qualcosa che si chiama vita, la nostra vita. E noi, assorbiti, contribuiamo ad alimentarlo e a coprire noi stessi di malessere.

Guardavo quell’esserino di pochi giorni: una personcina in miniatura, perfetta, emotiva, dagli occhi luminosi, in continuo movimento tra una espressione e l’altra. Osservavo i genitori, stanchi ed estasiati, e sentivo il mio cuore. 

La vita ci dona bellezza: semplicemente, te la trovi dinanzi. E poi lo dimentichi, così indaffarato a fare lo slalom tra le bruttezze che, prevalentemente, ci siamo costruiti intorno. Un’amica si impegna, con il compagno che ama, a proseguire insieme il viaggio comune, e nel suo viso una luce bella, che non le avevo mai visto.

Ecco che certe formule, in passato per me indifferenti, assumono oggi un valore profondo: rituali, cerimonie, gestualità, e frasi a volte considerate banali: è la rete delle nostre emozioni, che ci unisce e ci fa respirare.

E’ la nostra vita, da esseri umani, ed è tempo di riappropriarsene.





  


 

 

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono soggetti a moderazione.