"A chi crede nella necessità che l'immaginazione abbia il suo posto nell'educazione" (Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, 1973)
In questi giorni una notizia si diffonde veloce di bocca in bocca, di
riga in riga, suscitando stupore e allegria: nella città di Roma, sulle paline
di alcune fermate di autobus, compare una colonnina colorata di rosa indicante
un percorso Fantastico. Si tratta della
linea 140, che percorre strade e piazze di fantasia, rimanendo attiva in
orari impossibili: sono i luoghi immaginifici di un grande poeta-educatore,
Gianni Rodari, di cui quest'anno ricorre il centenario della
nascita. I bus della linea “Fantastica” partono dalla stazione Rodari per poi passare a Campidoglio al Pistacchio, alla Torta
in Cielo, Sulla spiaggia di Ostia
ed infine al capolinea; e gli orari di “prima e non ultima partenza”
vengono indicati come segue:
· Dal lunedì al venerdì,
dalle 05.30 alle 25.00
· Zab, dalle 03.80 alle
29.00
· Fest, dalle 04.30 alle
33.30
Un tributo anonimo che fa sorridere, ci sorprende, ma al tempo stesso
incarna una polemica ben nota alla romanità: il servizio dei mezzi pubblici in
questa città è talmente scadente e inappropriato da essere divenuto ormai
soggetto fantastico, nel senso più critico possibile. E dunque perché non
indicare mete fantastiche, dove il servizio reale non potrà ovviamente mai
transitare?
La situazione igienico-sanitaria che stiamo vivendo ormai da un anno ha evidenziato
con prepotenza quanto già era esposto in piena luce: il famoso elefante nella stanza, oggetto così
scomodo ed ingombrante che è preferibile ignorarlo.
In questi mesi difficili hanno trovato attuazione provvedimenti poco
compresi, a volte poco comprensibili, impopolari e ovviamente discussi,
che hanno evidenziato con conseguenze disastrose la fragilità e la fatuità del
sistema economico diffuso. I media ci sottopongono casi di disastro sociale che
si reiterano senza apparente requie, con persone ridotte allo stremo.
E così, nei dibattimenti improntati alla ricerca delle aree di urgente
intervento, si è puntato il dito da più canali sui trasporti, l’inadeguatezza
dei quali ha ormai assunto lo status di con-causa della diffusione dell'odiatissimo
virus tra la gente. Senza, per altro, che venissero messi in essere
provvedimenti di qualche utilità.
Le persone necessitate a fruirne hanno sperimentato l'antitesi del tanto
millantato e risolutorio “distanziamento sociale”. Alcuni di loro, così
una mia amica, si sono ammalate, divenendo a propria volta strumenti
di contagio.
Ecco che allora un anonimo poeta - perché di poesia a mio parere si tratta - ha protestato in maniera deliziosa, diffondendo il sorriso tra la gente e riponendo le odiose bombe, silenziando le urla, rompendo lo schema dei soliti inutili slogan.
"Tanto strepito per nulla", scriveva un
altro poeta!
E sia: che le rivoluzioni nascano dalla creatività e dal sorriso,
dall'immagine di un luogo favoloso sovrapposto a quello disagiato, perché il
confronto chiarisca, evidenzi, e provochi la necessaria reazione.
Perché, permettetemi, con l'educazione si ottengono i cambiamenti
migliori, e in un paese che si dichiara civile questo è il meglio che si
possa augurare.
Bello bello......fantasia e curiosità sono nettare della vita,😘🤪
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