Il Mio Blog non vuole essere un monologo, ma un invito all'incontro: pertanto sono graditi i commenti e il succedersi degli scambi che ne conseguono.
Buona lettura!

sabato 7 gennaio 2017

Shhhhht!



Se sei nel dubbio non parlare. Se stai male non dirlo.
Se hai voglia di urlare, tienilo per te.
Se vedi qualcosa di sconveniente, fingi che non sia nulla.
Se sai che quello che accade è solo finzione, recita la parte che ti hanno assegnato e vai avanti.
Se proprio non ti piace... Non è che devi per forza sentirlo da dentro! 

Non arricciare il viso e non sgranare gli occhi per la sorpresa, rallenta il ritmo del tuo respiro e cammina. In modo sereno.
Anche se non va, se è falso e odioso e brutto, moralmente brutto, devi passarci attraverso, e percorrerlo fino ad uscirne. Il passaggio è obbligato: turati il naso e procedi. 

Ciò che vedi non conviene vederlo, le tue domande attivano il sospetto e nutrono l'accusa: se non ne parli, non lo pensi, e così magari nemmeno esiste più.

Non dire una parola. Salva la tua immagine e cammina. Senza pausa. La sponda è di là.

Lo dicono in tanti, qui lo dicono tutti: il silenzio è d'oro.
Come le tarme in una bara di legno: scavano tunnel in compagnia di una cecità funzionale. Tutti là dentro, tutti da soli: automi nel buio.

La paura è la gabbia che chiude la mente e paralizza la vita.

Serve l'azione diversa, urge la smorfia che ti spinge ad urlare: la vita è il suo suono, come il ruggito del mare, ed è azione: gli artigli rinchiusi sulla preda afferrata, tra le forti correnti nel cielo: azzurro, pieno di nubi, o infuocato dal sole.

Arriva al mio cuore il profumo dei prati, e le note sofferte di una vita che mette in gioco se stessa.

Il silenzio e' d'oro ma il respiro vale molto di più.











8 commenti:

  1. Il silenzio non detto, silenziosamente genera il sintomo che si sperimenta come dolore, frustrazione, fallimento, malattia. A volte il silenzio di chi sa di non esistere diventa acustico urlo che denuncia l'inutile presenza di chi lentamente si suicida nella baraonda del suo non essere. Molto rumore per nulla.

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  2. Cara Marina,
    non è un caso se il proverbio "Il silenzio è d'oro" è durato così a lungo... In particolare nel silenzio si azzerano i rumori di fondo e si può ascoltare noi stessi nel profondo. Mi è parso di comprendere questo, quando parli della prevalenza del respiro sul silenzio. Il respiro ci porta profondamente dentro noi stessi. Se anche ne avessimo paura, tranquilli. Dopo un pò passa.... Buona domenica cara

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    1. Carissima, hai intercettato la parte più soft del messaggio… Ma il lato più torvo vuole essere un'accusa contro chi si prostra alla violenza e,per la paura che questa genera,dimentica che respirare, ossia vivere, vale molto più che nascondersi. Le tarme sono animaletti interessanti:sono cieche e si muovono al buio,vanno avanti pedissequamente, in modo meccanico, nelle loro attività finchè un ostacolo non le obbliga a cambiare azione, o direzione. E procedono così nella garanzia che tanto altri simili,accanto a loro, fanno lo stesso.
      Vivere significa esporsi, rischiare, mettersi in gioco, superare la paura per eliminare la paralisi: note sofferte che però rendono finalmente possibile il respiro..

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    2. Eh ma non non siamo tarme ;)

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    3. Certo che no, e meno male!!!
      Il post mi è uscito come reazione spontanea ad una situazione molto "tarmale" che sto osservando di recente. Come sempre, scrivendo, ci rivolgiamo a tutti, ma a qualcuno un pò di più...
      ;)

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  3. Mi hai fatto venire in mente tutta una serie di rimproveri che alle volte si rivolgono ai più giovani.
    :-) melancolia
    Anonima Francesca

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    1. Cara Francesca, in effetti si tratta proprio di diventare adulti… Kant diceva che l'umanità, per entrare nell'illuminismo, deve uscire dal suo stato di minorità. E fintanto che individui adulti continueranno ad agire come tarme - senza curarsi di vedere lo schema in cui fanno meccanicamente qualcosa,nella rassicurazione di non essere i soli ad agire così - l'età dei lumi rimane un miraggio…
      :)

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