Il Mio Blog non vuole essere un monologo, ma un invito all'incontro: pertanto sono graditi i commenti e il succedersi degli scambi che ne conseguono.
Buona lettura!

mercoledì 16 novembre 2016

Il bastone della pioggia


Ieri ho aiutato un amico a fare pulizia in casa: abbiamo svuotato un armadio, imbustato e gettato via molto cose inutili, o logore. 
 Abbiamo rimosso, insomma, la zavorra ingombrante.

Personalmente mi libero volentieri delle cose vecchie, quelle legate a memorie, emozioni o situazioni che non mi hanno dato piacere, che me lo hanno dato in maniera fittizia o che, semplicemente, non ha più senso tenere con me.
Credo sia perché non mi piace imprigionare le immagini: che si  tratti di oggetti, di filmati o fotografie. Preferisco che scorrano dentro di me, per poterci tornare di tanto in tanto, e ritrovarle così come mi sento in quel momento.
Lo trovo più utile, e forse anche più onesto.

Abbiamo spostato molti oggetti lasciando che ne emergessero altri, e tra questi è apparso anche un bastone della pioggia.
Si tratta di uno strumento musicale, realizzato attraverso il fusto secco di un cactus. All'interno sono conficcate le sue stesse spine, alcune pietruzze e piccoli frammenti di vetro. Il tutto viene alla fine sigillato da entrambi i lati.

A vederlo, è solo un bastone di legno, ma poi lo giri da una parte e dall'altra e inizia il suono, che puoi modulare gradualmente.
Gli oggetti si scontrano lì dentro, e dall'urto leggero esce un canto che ricorda quello dell'acqua che scorre. Un suono che evoca il percorso del fiume tra le rocce, in ambienti naturali e isolati, ambienti reali ma lontani dalla quotidianità civile. 

 Luoghi che ho incontrato e ai quali mi piace tornare.

Un bastone, una pianta essiccata con le sue spine: niente membrane tese, niente corde aggiunte... Nessuno che ci soffi attraverso. Solo un fusto con i suoi elementi: le sue spine e le sue piccole pietre.

Mi viene da pensare alla musica che emettono gli esseri umani: quell'odore, quella tensione, quella strana sensazione che proviamo nell'accostarci a qualcuno. Accade, a volte, di percepire un'armonia acquatica che sa di sole.

 Noi, con le nostre spine conficcate dentro, e con i nostri piccoli sassi. Forse  perché restiamo fermi, non trovando chi ci rovescia da una parte all'altra a far scorrere i nostri elementi; ce ne restiamo lì impalati, come fusti secchi e non ci accorgiamo, non crediamo di poter offrire suoni diversi: basterebbe rovesciare la parte che teniamo nascosta, e metterla in posizione diversa.
 
Il bastone della pioggia è uno strumento antico, utilizzato nei riti propiziatori, nella convinzione che quel suono così magico potesse evocare l'acqua, fonte di vita e garanzia di sopravvivenza. Veniva così messo in movimento, con ritmi variabili, in attesa paziente.

Come a dire: similia cum similibus curantur.





Abbiamo tanto da apprendere da coloro che ci hanno preceduti su questa terra. 







6 commenti:

  1. Eh già,a volte le soluzioni sono molto più semplici e immediate di quello che noi pensiamo,arrivano prima delle nostre sovrastrutture mente invece,a volte basterebbe riuscire a scuotere e rovesciare il bastone pieno spine che è in noi e potremmo risuonare con altri Esseri invece che chiudersi a riccio e rispondere in modalità attacco fuga per difenderci da chissà chi o cosa.
    Grazie per le piacevoli sensazioni che hai raccontato!
    Cristina

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  2. Il concetto è semplice ma non lo è metterlo in pratica, purtroppo. Senza una spinta che viene dall'esterno nessun sistema mira a cambiare quello che appare come il suo "equilibrio". I principi della "teoria dei sistemi" di Wiener valgono anche per quello strano sistema che caratterizza l'uomo. E cosi succede che per rovesciare il nostro fusto dobbiamo essere disposti a lasciarci guidare da chi è capace di vedere. La domanda e' di rito: quale tra i tanti presunti maestri è quello vero? Quello che ti permette l'evidenza del vantaggio, quello che funziona. L'errore sta nel fatto che troppo spesso ci fidiamo più delle parole che delle immagini, tanto da viverle senza nemmeno tenerle in considerazione. E pensare che sono ovunque: dentro e fuori di noi. Le nostre, quelle che ci riguardano e raccontano noi a noi stessi; e quelle di altri, che spesso subiamo fino al depistaggio completo...
    Grazie a te per l'intervento!
    :)





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  3. Repetita juvant.
    La prudenza mi suggerisce di essere condiscendente (con "discendente"), l'impudenza mi sollecita a discovrire le genitalia occulte. La diplomazia mi invita al savoir faire e all'eufemismo, secondo circostanza. La scienza mi impone di diffondere il sapere distribuito dalle immagini invitando i curiosi a scoprirne il linguaggio.
    Finzione della funzione...psssss...psssss...psssssssss... pipì nella sua fonetica imitativa: onomatopeia biologica.
    Psssth...Psssth...Psssth... Replicazione del pishing comaresco fatto di sussurri e allusioni: onomatopeia fecale psichica (radio serva).
    Due modi diversi di orinare: il primo nel water il secondo nelle orecchie.
    Nei sogni orinare si riferisce spesso all'aspetto auricolare specie se compare lo smartphone provvisto di cuffie.

    Il suono che proviene da sorgente sconosciuta: "Una voce, nel sogno, che proveniva da... non rammento da dove, mi diceva..."
    Il suono, nei sogni, che proviene dal disco o dal registratore: ripetizione di un messaggio subliminale ipnotico.
    Lo stesso nella realtà meridiana.
    La musica più schizofrenica e ripetitiva fino all'ossessione: il "Bolero" di Ravel. Chi ama questa musica è immerso nel suo complesso dominante.

    La finzione della pioggia dentro un secco bastone rasato dei suoi aculei.
    Forse propiziazione scaramantica di un evento che dal bastone non dipende. Finzione della causa/effetto.
    Pioggia asciutta di speranza.

    Nei sogni rappresenta l'impotenza biologica a generare: molto rumore per nulla.
    Il bastone della pioggia lo ritroviamo anche nella Notte Stellata di van Gogh come piccolo campanile.
    Anche i malati di reni, che soffrono della "sindrome del profugo" (sentirsi abbandonati e soli come nel deserto), hanno il loro bastone onirico.

    Il cactus (vivo) ha dentro di sé tanta acqua, anche dopo lunga siccità. Le foglie sono diventate spine e respingono gli assetati predatori (uomo compreso). Rammentano l'ultima pioggia nelle gocce conservate nella polpa.
    In biologico silenzio.

    Nei sogni se il cactus sei tu allora è bene verificare se l'ambiente in cui vivi è il deserto o se il deserto lo crei allontanando coi tuoi aculei la vita che vuole abbracciarti.

    Un raggio di sole illumina una nuvola che corre veloce, gocce d'argento bagnano il cactus e miracolo! Ecco spuntare piccoli germogli, foglie, rami... Un albero.
    Accade talvolta nei sogni.
    Così nella vita.

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  4. Corretto: la prudenza e la diplomazia rendono più facile l'accoglienza di quanto è utile apprendere attraverso i contenuti esposti dalla scienza.
    Hai ragione: la metafora era impropria. Un ramo secco ripieno di oggetti morti può solo imitare il suono di qualcosa che è vivo, ma di vivo non c'è nulla, tranne l'inganno. Proprio come quelle trovate di neuromarketing che ti fanno venire l'acquolina in bocca ma la stanno provocando mostrandoti un frutto di plastica...
    Meglio osservare il mio cactus, che era solo una foglia spezzata per errore dala sua pianta di origine, che ho messo in un comodo letto di buona terra, e ho innaffiato ogni sera, ben posizionato sotto la quotidiana luce del sole: ogni giorno un sano respiro... Oggi ha un bel fusto pieno di grossi rami, e ancora fiorisce nonostante sia quasi dicembre....
    Capeau.

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  5. Mi è venuto in mente ancora lo smartphone...
    La rotazione dello schermo (automatica, landscape, portrait).
    Come il bastone di cui parliamo.
    Nella rotazione automatica fa rumore: il pertugio al centro è aperto e i semetti passano come in una clessidra. Lo scorrere del tempo incapsulato in una diade vetrificata (quante coppie lo sono). Ovvero il ciclo 8 che ben conosci e che hai descritto in un post nella la filastrocca della filatrice. Il ciclo 8 della ripetizione ossessiva settimanale, dove nell'apparenza del succedersi dei giorni alla fine della settimana si è pronti, il lunedì, a ricominciare senza novità di azione.
    La finzione dell'agire.
    Se il pertugio interno del bastone è chiuso le cose non cambiano: destra, sinistra, alto e basso, i sonagli delle pietruzze restano prigioniere nel loculo e senti un rumore diverso, come un colpo sordo, ma il serpente (il bastone onirico) è sempre pronto a mordere.
    Mi fermo qui perché spiegare il significato del bastone, nei sogni, richiede una preparazione all'ascolto non a tutti gradita.
    Come se volessi parlare di spermatozoi incapsulati senza possibilità di corsa, di fecondazione e di piacere.
    Cosa che qui, come ben leggi, non intendo far cenno ;-)

    P.S.
    Chapeau.

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  6. Bene, allora rimandiamo coloro che sono interessati ad approfondire la questione al tuo blog, commenti inclusi. Lì l'argomento è trattato in tanti modi: https://tezcatlipoca-bandw.blogspot.it/

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