Il Mio Blog non vuole essere un monologo, ma un invito all'incontro: pertanto sono graditi i commenti e il succedersi degli scambi che ne conseguono.
Buona lettura!

lunedì 28 marzo 2016

In nomine stat...



Letture difficili e letture leggere. Scriviamo e leggiamo, ci documentiamo, condividiamo, ci sfoghiamo...

Il mio blog reca il sottotitolo  di " Letture e parole". Leggo molto, mi piace utilizzare in un certo modo le parole e fruire di chi sa farle danzare.
Parole: quotidiani strumenti; veicolo e forma di contenuti, dove l'uno concorre con l'altro nella generazione del senso. Quel termine, quello spazio, quel segno di interpunzione...

A seconda di come parlo, io esisto - dicevano alcuni. A seconda di come condivido  l'esperienza che ho raccolto, io espongo la mia modalita' di esistenza. Comunicando, accado. Accado con gli altri, in relazione alla mia storicita'.

U. Eco, dando nome ad un famoso e fortunato romanzo, ha riportato a suo modo un detto medioevale :

Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus.

Ossia: la rosa primordiale esiste solo nel nome, abbiamo soltanto nudi nomi.

L'allusione é alla finitezza dell'individulita' storica, al fatto che l'ingenua pretesa di conoscere la vita si esaurisca per noi in mere inutili definizioni. E non ci accorgiamo dell'impotenza delle nostre strategie a causa di una presuntuosa arroganza cognitiva.

Non sappiamo di non sapere, e ci sentiamo padroni del mondo...

Gli antichi egizi usavano scrivere il nome delle persone dentro un cartiglio: il nome della persona, cio' che la connotava, doveva essere tutelato, inserito in un luogo protetto e ben definito, una sorta di  bolla sacra. Perché il nome (la forma) contribuiva a costituire l'essenza.

Eccolo, il famoso principio della consustanzialita'.

Un trainer sportivo mi ha spinto, un giorno, ad allenarmi eseguendo esercizi mentre pensavo al mio nome. Diceva che il nostro nome e' legato alla sua storia, alla storia del suo legame con il nostro vissuto. Secondo questo istruttore, quindi, concentrare la propria attenzione sul vissuto personale condizionerebbe in meglio la performance in corso.

Incapace di trattenermi, ho fatto le domande piú ovvie (almeno per me): vuoi che mi concentri sul vissuto personale o su cio' che credo di ricordare di esso?
... Non e' che senza saperlo o volerlo, attivo delle brutte emozioni? E se poi sto male, che giovamento darebbe questa mia attivita' all'intera persona?
Che noia, i filosofi!

Un nome racchiude una storia, dei nessi, un senso... Ma  quanto sappiamo di essi?
Quanti modi di dire, quanti luoghi comuni assumiamo per certi senza averli davvero indagati?

In che modo siamo in grado di usare il linguaggio? Quante volte ne siamo invece giocati?

Racchiudo il significato che il mondo ha per me dentro alcune parole, nomi, lettere, numeri... Adopero codici condivisi e acquisiti.

G. Wilhelm von Leibnitz e' morto inseguendo un progetto utopistico: creare un linguaggio universale perche' l'uomo potesse davvero capire se stesso insieme con l'altro.

"Quando gli uomini arriveranno finalmente a sedersi attorno ad un tavolo e inizieranno a contare, allora finalmente riusciremo a capirci!"

Era un po' questo il messaggio che di lui ci e' stato trasmesso. Leibnitz riteneva che la matematica, con i suoi simboli univoci, fosse lo strumento universale di comunicazione, l'eccellenza.

L'eminente filosofo mirava a costruire un codice di comunicazione universale, che rendesse possibile la condivisone di idee chiare e distinte.

Gli studi ai quali mi dedico da un poco di tempo certificano (non si limitano a teorizzarlo!) che ne esiste gia' uno, da sempre: un linguaggio universale connaturato in ogni individuo.

Civilta' diverse, distanti nello spazio e nel tempo, si incontrano nella comunanza di un fenomeno che ognuno di noi sperimenta anche oggi: si tratta del SOGNO.

Aristotele stesso, a sostegno di tale assunzione, piu' di qualche secolo fa chiedeva: se il sonno servisse SOLO a recuperare le forze, per quale motivo l'umanita' sognerebbe? Tutto in noi manifesta una funzione vitale, e dunque...

Il sogno: una sequenza di immagini, una storia, emozioni... Riflessione della nostra vita che accade. Il suo backstage.

Ai tempi del liceo ho avuto a che fare con il greco antico. Traducevo le testimonianze di autori piu' e meno importanti.  Per farlo sfogliavo fino alla noia un pesante e ingombrante strumento: il dizionario greco-italiano, l'ammiratissimo e odiatissimo "Rocci".

Una miriade di fogli sottili che, per ogni termine indicato in grassetto, ostentava impietoso colonne e colonne di informazioni diverse.
Un'impresa verace, quella di mettere insieme in modo sensato le note.

E siccome agli inizi non ero proprio sagace, finii per raccontare, tra le risate di molti, - si trattava di un disastroso compito in classe - , che il brano che avevo tradotto parlava di un cammello che prendeva il largo, verso il mare aperto.
Ma poi, con toni alterati, il docente spiegò che il senso cui alludeva quel termine ("camel", appunto) rimandava al concetto di nave.

Cambiando il contesto (il mare), cambiava il riferimento (la nave), e con esso, il senso del discorso: quel nome restituiva così una sostanza diversa da quella su-esposta.

Il racconto (la parola) si svolge sul piano dell'analogia, evocando  immagini che portano senso.  Non conta l'oggetto evocato (nomina nuda), ma cio' cui esso rimanda (pristina rosa). E assume valore preciso per me che lo incontro, e che ne accolgo l'appello per come son fatto.

É  quindi nel dialogo con chi la riceve che la plurima voce dell'immagine evocata si incanala nella corretta espressione leggibile.  Il sogno é  la voce multimediale di chi lo produce e di chi, la stessa persona, é  destinato a fruirne.

Letture e parole: visione e racconto di storie infinite...Le nostre.

Il Mio Blog: uno spazio per pensare.








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