Il Mio Blog non vuole essere un monologo, ma un invito all'incontro: pertanto sono graditi i commenti e il succedersi degli scambi che ne conseguono.
Buona lettura!

martedì 28 aprile 2020

CAOS

Che caos in questo tempo, caos razionale e caos emotivo. Caos dialettico e di contenuti. Navighiamo a vista, in uno scenario che sa di assurdo, di costruito, e di falso. 
I media informano e disinformano, e le persone sono lasciate nella foschia, forse un pò voluta, forse un pò accaduta.

Nel corso della mia vita lavorativa ho appreso che l'ambiguità, la mancanza di chiarezza, molto spesso, sono uno strumento voluto. Non sono sempre la conseguenza di stupidità o disattenzione, ma la realizzazione di uno stato voluto. 
Accade che le persone si trovino nell'imbarazzo della scelta, come il famoso asino di Buridano, e quindi sono impossibilitate all'azione. E la paralisi - mentale e operativa - si presta ad essere un ottimo strumento di controllo e di dominio.

Al caos di questi giorni, dove tutto è illegale, e ciò che non lo è ne ha tutto il sapore, si aggiunge una scenografia ancora più assurda. Forze di polizia ovunque, pattuglie che girano, lente come caimani per le strade quasi deserte, elicotteri che volano bassi irrompendo nelle nostre teste con roboante invadenza, camionette dell'esercito che vanno e vengono.... E lassù un cielo limpido e azzurro, irradiato da un sole caldo, quasi estivo.

La vegetazione che, in barba a questi accadimenti, prosegue il suo corso, orgogliosa e viva, guadagnando quegli spazi finora preclusi: erba che si diffonde ovunque, petali di fiori sparsi sulle strade, aromi dolci che dalle chiome degli alberi aleggiano in aria, fino a carezzarti il viso. 
Dove giro lo sguardo vedo colori: la primavera è entrata senza che nessuno se ne accorgesse, tanto eravamo presi dall'informarci e preoccuparci, e arrabbiarci, e a voler capire...

E ora che il rombo sordo del traffico cittadino è stato reso silente per disposizioni di legge, al suo posto c'è il fragore dei rotori di elicotteri più o meno grossi, che spazzano il cielo volando basso, vicini alle nostre teste. E tutti lì a guardarli, collo piegato e mano davanti agli occhi, per ripararsi dai riflessi del sole. E tutti a chiedersi, ancora una volta, perchè.

Rumore e silenzio, lecito e illecito, libertà di nutrirsi ma non di muoversi, libertà di star bene ma necessità di stare costretti, solitudine e distanza sociale, problemi e propaganda, difficoltà e mere parole. Potremo, faremo, stiamo pensando, probabilmente.... Va tutto meglio ma va tutto male. 
Povertà e risorse forzate nell'assedio poliziesco. 
Perche'?







domenica 5 aprile 2020

SEMAFORO VERDE

Me ne sto chiusa in casa da quasi un mese, ormai: esco pochissimo e per tempi davvero ridotti. 
Come me tante persone nel mondo, costrette ad una vita da interni a causa di un terribile problema comune. 
E così dopo la mafia, il terrorismo, gli alluvioni, i terremoti e gli incendi, ora é il turno di un virus, un essere vivo che porta corona, e che come un crudele tiranno dispone di noi con pieni poteri.
 Colpisce in silenzio, e lascia dolore ed assenza.

 Questa umanità non sembra aver pace, diceva una amica, ma questa umanità non ne concede nemmeno. Mi sembra di assistere a una partita di dama cinese: adesso é il suo turno, e dilaga sul campo mutando il colore di ogni pedina.

Io me ne resto in disparte, dietro la vetrata che dà sul giardino dei padri missionari, e rimango in attesa, confusa. Mi lascio sedurre dalle fronde ondeggianti, che si muovono lente nell'aria, osservando gli spostamenti continui di quei pappagalli, che vanno e vengono, con voci raspose e battiti d'ali: entrano ed escono tra i folti cespugli esibendo colori sgargianti. Sembra stiano giocando tra loro: esserci ora e non esserci piú, e poi apparire di nuovo.

In questi giorni di chiusa, in cui tutto sembra andare piú lento, o essere fermo, l'inquinamento é visibilmente calato. Gli alberi in fiore disperdono profumati richiami nell'aria, e questa volta si possono sentire per bene.

 Oggi non ho resistito e sono scesa giú in strada. Il sole era caldo e il cielo ostentava un azzurro che non ricordavo di aver mai visto in città. Sentivo solo gli uccelli intrecciare armonie fantasiose, e osservavo le foglie verdine in uscita sui rami scampati all'inverno. 
Per loro - quel mondo a cui apparteniamo ma che abbiamo imparato a dimenticare pian piano - é tempo di alzarsi, é arrivato il momento di rispondere all'urgenza del sole e di espandersi con tanti colori. Mentre per noi si sta prorogando una brutta stagione, che ci costringe alle "distanze sociali", e a rimuginare in silenzio sui cambiamenti avvenuti, e che avverranno di certo.

All'esordio di questa strana invasione un amico ha detto, con espressione severa, che a settembre conosceremo un mondo diverso. A distanza di un mese ne ho ormai la certezza. 

 Le persone seguono i vicoli torti dei loro pensieri, diretti al futuro, senza sapersi orientare. Sperimentiamo sconcerto e dolore, e dopo che cosa sarà? Analisti e scienziati, pensatori e persone famose riempiono il web con le loro parole, suscitano in noi riflessioni nutrendo gravose paure. Siamo ipnotizzati dallo sciorinare continuo dei numeri: gli infettati, i guariti, i deceduti, e poi le vittime che rimangono ignote... Ma rimane il grande silenzio dall'altra parte del vetro, oltre il verde di quel ricco giardino, oltre il suono degli esseri alati. 
Silenzio di vita ed incertezze future.

Ero in strada, oggi, benedetta da un cielo radioso, camminavo nel sole e fissavo stupita una serie di semafori accesi sul verde, lungo una strada eccezionalmente deserta. L'assurdità della scena mi ha estorto un amaro pensiero: si autorizza a procedere oltre, in tanto che a tutti é vietato partire - e la strada continua a rimanere deserta.

Dopo aprile verrà maggio...