Il Mio Blog non vuole essere un monologo, ma un invito all'incontro: pertanto sono graditi i commenti e il succedersi degli scambi che ne conseguono.
Buona lettura!

martedì 12 marzo 2024

Così

 


Undici marzo, un cielo plumbeo e l’aria fresca di una primavera tardiva. Le tartarughe riposano ancora nel buio della terra umida e non si fanno vedere, mentre i gatti del vicinato attraversano ostinati il mattonato che porta al rettangolo verde del mio giardino. Mi affaccio alla finestra e li guardo: corpi cicciotti  ricoperti da colorate pellicce.

Le prime margheritine fanno corona ai piedi del vecchio fico, che sembra un vate, così contorniato, e ha l’aria del buon maestro sotto al cappello contorto di rami nodosi ancora spogli, su cui pennuti di varia misura saltellano rapidi di qua e di là, atterrano e ripartono in una danza sonora, oltre che visiva.

Le stagioni che si rincorrono e si ripetono: i fiori bianchi del pruno e quel ramo di ciliegio ormai spento, che rievoca umori migliori. Accanto al tronco grigio, dietro al muretto di cinta, fa capolino un giovane nespolo. Chi va e chi viene, dando inizio ad un viaggio diverso. Osservo, in transito io stessa tra momenti diversi di una vita in più atti su scenari molteplici.

 Un sorriso mi allarga il cuore e dopo qualche attimo è lì a trafiggerlo. Mi ripeto che lo so già, che le stagioni ritornano, che tutto si ripete, l’amore e il dolore: un respiro dolente e affannato accompagna i miei passi, intanto che i profumi del vento portano via pensieri confusi. I miei e quelli di altri.

Ricopro dei semi con un velo di terra ed estirpo le erbe invadenti. Mi godo il colore dei fiori e distendo i miei passi in lunghi silenziosi percorsi: perdo il conto dei fili che tessono nei giorni la mia curiosa esistenza. Ogni tanto una mano gentile mi afferra, ma poi mi rilascia e scivolo via, di nuovo, nel silenzio che ben mi appartiene.

 Sola tra gli altri.