1 gennaio, ore 02:11. Sono stesa sul letto, tra le coperte e una serie di cuscini. Il tablet in mano, appunti di studio, una lampada accesa.
E finalmente l'amico silenzio.
E finalmente l'amico silenzio.
Questa non é stata una notte normale, non lo è stata la giornata che l'ha preceduta, né potrà esserlo quella che verrà. Convenzioni, abitudini, tradizioni che si stratificano trasformandosi ogni volta, ad ogni occasione che torna a ripetersi.
Il calendario ha segnato l'ultima pagina di quelle che definiscono una porzione di tempo. Il nostro tempo, scandito in giorni, in mesi e in anni. Un foglio e poi un altro, e poi un nuovo calendario, con nuove immagini riportare ed altre annotazioni: impegni, eventi, appuntamenti futuri.
Conduciamo le nostre esistenze lasciandone traccia di inchiostro, per poter poi calcolare quanto tempo é passato. Eh sì, il tempo scorre veloce! Eppure, in certi momenti, sembra non passare mai!
Il calendario ha segnato l'ultima pagina di quelle che definiscono una porzione di tempo. Il nostro tempo, scandito in giorni, in mesi e in anni. Un foglio e poi un altro, e poi un nuovo calendario, con nuove immagini riportare ed altre annotazioni: impegni, eventi, appuntamenti futuri.
Conduciamo le nostre esistenze lasciandone traccia di inchiostro, per poter poi calcolare quanto tempo é passato. Eh sì, il tempo scorre veloce! Eppure, in certi momenti, sembra non passare mai!
Scivoliamo nei luoghi comuni dimenticando di starlo facendo. Il tempo... Cosa é mai questo tempo? Il tempo che passa, il tempo che non perdona, il tempo che cancella i pensieri.. Il tempo che verrà. Il tempo?
Percorriamo lo spazio del nostro agire, ci spostiamo tra il dire e il fare, connettiamo il pensare al sentire, e affondiamo nelle nostre precipue decisioni, cercando sovente di sorvolare gli errori. Lo facciamo in sequenza, lo facciamo al contempo, insieme con altri e ognuno per sé.
Da oggi peró, a partire da questa notte - finalmente tornata serena - é tutto passato. Si é chiusa una porta là dietro, che ha ingoiato via tutto, archiviato in una scatola grande che é stata già chiusa: l'anno é finito, e ora auguriamoci che il prossimo sia di molto migliore. Perché l'anno passato, già inscatolato, non va più visitato, non va più frequentato: l'etichetta riporta una numerazione scaduta, come il biglietto di una riffa conclusa.
Non sembra più appartenerci.
Non sembra più appartenerci.
Nuovo colpo di pistola e nuova partenza. La signorina, al centro della strada, preme il grilletto scuro, e intanto che il colore dei fuochi impazza nel cielo con tutto quel frastuono, volge se stessa in un giro completo, facendo mostra di sé e del suo vivo entusiasmo. La gonna che gonfia intorno alle lunghe gambe tornite, i capelli scomposti nel vento... Si sfiorano i calici, ricolmi di liquore frizzante, e auguri, auguri, che per tutti sia un anno migliore!!
Come se davvero dipendesse da altri, come se una forza maggiore, lí fuori, trascendesse le azioni e le scelte di ognuno, distribuendo fortuna, benessere e felicità secondo capriccio.
Pagina dopo pagina, calendario dopo calendario.
Musica e fumi di esplosioni vivaci, sorrisi brillanti tra vesti pregiate e un po' briose... Euforia, euforia, espressioni gioiose e distratte. Festeggiamo, dunque, lasciamoci andare: questa notte una porta si chiude e possiamo ripartire da capo.
Svanisce quel peso gravoso che ci siamo tirati dietro fin'ora, questa notte lo lasciamo cadere, verrà legittimamente archiviato perché l'anno é ufficialmente concluso. Per tutti, in ogni paese.
Eppure, una volta spogliati da tanto furore, nell'intimità delle nostre dimore, nei nostri indumenti di sempre continueremo a filare le nostre esistenze, quelle di ieri, fino a domani ed oltre ancora. E saremo noi stessi, cosí come abbiamo fatto fin'ora, a tirare via il lembo nella direzione intrapresa.
Apriamo dunque il nuovo libro pulito, ma evitiamo di mentire a noi stessi: la vita si rinnova ad ogni respiro, e il timone lo teniamo noi stessi, in ogni infinitesimo istante: non dobbiamo aspettare la pagina nuova, possiamo spostare lo sguardo anche ora, senza bisogno di spari, di urla e di danze sfrenate.
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