Mi
sfiorano coriandoli di autunno in una giornata che ha ancora il
sapore dell'estate, intanto che scivolo tra le vie della città che mi
ospita mentre frugo tra i pensieri.
Non ho dormito molto, stanotte,
giusto un pò: mi sono alzata col buio e ho bevuto un buon caffè,
godendomi quella confortante sensazione familiare.
E
ora sono qui, tra persone indaffarate, che intrecciato ore e azioni,
e che producono pensieri.
Un giorno tra tanti.
Tempo
fa scrissi un racconto: diedi corpo ad un dialogo che sfilava via da
un quadro intanto che lo osservavo: i giocatori di carte di
Cezanne. Due uomini seduti, ognuno totalmente assorto in se stesso,
immersi in una luce bianca, un tavolo tra loro e alcune carte tra le
mani.
In
quella stasi pittorica creai un rimpallo di espressioni tra due
individui che non riuscivano a comprendersi. E più insistevano nel
tentativo di fare chiarezza e di attivare un dialogo, tanto più
ingarbugliavano la situazione, accrescendo il livello di
incomunicabilità.
Tanto
rumore, ma nessuno scambio: solo suoni che occupavano, come invadenti
e lunghe collane, quella luce bianca e ferma.
Vicini
ma lontanissimi, prigionieri di un isolamento personale in un
contesto obbligato, a fingere di condividere un'azione e la sua
stessa meta.
Quell'immagine mi parve un inno alla
fragilità umana, alla solitudine che ci appartiene; mi parlava di
quanto può esser facile fingere di stare insieme e di volerlo
fare, quando siamo tutti presi da noi stessi e dai pensieri.
Una
immagine e la mia persona.
In
questi giorni ho avuto modo di osservare una congrega di persone
convinte di far azione comune, dirette ad un obbiettivo condiviso, ma totalmente ignare del disegno che contribuivano
a delineare. Andavano troppo di corsa per poterci pensare, dicendo di non
averne il tempo. E si affrettavano da una scelta all'altra, arrancando,
costrette, nello stesso spazio esiguo.
Sbirciavo
dalla posizione esterna quello stato turbolento e vorticoso che
si espandeva ad oltranza, come un ampio forzato respiro, ad occupare
lo spazio disponibile, poggiando su qualcosa che non c'era: sopra le
correnti insostenibili; sotto una stasi muta.
Ognuno
assorto nel suo fare, in affanno, di corsa... Azioni, voci ed
espressioni concitate: un galleggìo malsano sopra un mare scuro;
rumorosi lampi incrociati sulla superficie di uno strano vuoto.
Ed
ecco che tale frenesia ha evocato in me il ricordo di quel quadro, e
le emozioni che esso aveva stimolato: ero di nuovo spettatrice di una
staticità innaturale mascherata da azione.
Non ho sentito vita,
non respiravo allegria: solo idee confuse e male espresse dentro
un'atmosfera artificiale che soffocava il mio sguardo e quello di
pochi altri.
Di
nuovo quel quadro, in cui gli attori, ognuno assorto in se stesso,
sembravano impegnarsi in un gioco.
Figure
in risalto sullo sfondo scuro, ed immerse in una luce
fredda.
E marroni come le castagne. Tutto si muove intorno mentre loro sono lì fermi intenti in quelle carte come se il tempo fosse tutto tempo libero; un istante che dura su quella tela un'eternità :)
RispondiEliminaEgregia Dokka,
RispondiEliminaquesto quadro è stato venduto nel 2012 per la cifra di 250.000.000$.
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2012-02-04/giocatori-carte-cezanne-venduto-135219.shtml?refresh_ce=1
La solitudine postuma del pittore è stata pagata per quanto fu grande la sua sofferenza in vita che si esemplifica nella psicosomatica dei dipinti seriali del Monte San Victoire dove si può osservare il declino della vita di Cezanne.
https://en.wikipedia.org/wiki/Mont_Sainte-Victoire_(C%C3%A9zanne.
Il dipinto "La Rupe Rossa"
http://www.frammentiarte.it/wp-11-15/wp-content/uploads/2016/02/dallImpressionismo/Cezanne%20opere/59-cezanne-la-rupe-rossa.jpg
Se lo leggiamo come un sogno si vede il volto del pittore ricoperto di vegetazione, che significa decomposizione biologica ed esistenziale; dall'organico animale al biologico vegetale con il passaggio sepolcrale nella terra.
Nessuno finora, a quanto ne so ha letto così questo quadro. Comunque una parte del volto ancora si può vedere: le labbra e il mento accanto (a dx) alla lapide bianca a forma d'osso posta in basso a sinstra.
E pure una parte del naso con la narice a dx ben in evidenza,
RispondiEliminaQuale è la sezione del quadro dove si può vedere Il Complesso Dominante? Di che tipo è questo complesso? Il quadro potrebbe essere la rappresentazione di un sogno: come Cezanne si è visto realmente ma senza capire?
RispondiEliminaCi provo: la "rupe" rossa, quella che sbuca da destra, sembra un seno poco sviluppato su un corpo molto rigido e altrettanto poco sviluppato. Lo stesso presenta una variazione di forma in alto...sembra un orecchio..
RispondiEliminaQualcosa che ha a che fare con una femminilità rigida e non evoluta?
Inquietante tutto....Anche la lapide...