Corro, salto e danzo. Forse sto solo fuggendo, ancora,
o forse no. Magari sto tornando, e inciampo qua e là per la fretta che divora
dentro. La voglia di liberarmi o di ritrovare quanto un tempo era mio, o che
tale credevo.
Ma il paesaggio è cambiato, lo riconosco a
fatica: illuminato ormai da un cielo diverso e da un sole un po' caldo e un po'
freddo. Mai così caldo, però se il ricordo è verace...
Ascolto solo i miei passi, un po’ lievi e un po’
pesanti, nel mio vagare forzoso e sorpreso, l’orecchio teso e l’occhio
socchiuso. Non ci sono paure, cos’altro potrebbe ancora ferirmi? Con
me un grande tesoro, dietro ci sta tanto futuro, cui vado incontro con animo
lieve.
Sono qui, mi dico, sono sempre qui. Dovrei dire
piuttosto: ci sono.
Ho dedicato del tempo alle vecchie voci, anche
alle mie. Alle parole gentili e a quelle voraci, e mentre cammino sul ruvido
tappeto terreno dai molti colori, indago inquiete emozioni. Mi ripeto soltanto
che non posso più perdere nulla: è triste ed è bello.
Forse è un lasciapassare.
L’inverno, la primavera e l’estate...l’autunno. Il
sole che illumina il giorno e cede il passo alla luna. Di nuovo le lucciole
brillano la notte intorno al mio corpo. Sono ancora qui, io che non avrei
voluto, che non avrei saputo...Sempre io.
Il mondo mi avvolge e si svolge d’intorno, su un corpo
che cambia e resiste, che guarda fuori e non smette mai di vedere. Sfioro dita
e carezzo palmi di mano, mi adopro per guadagnare il tempo o per provare a
comprenderlo.
Mi concentro sul respiro a occhi chiusi e rimango da sola, perché tale io sono. Come tutti, del resto, ne hai voglia a saperlo!
Sorrido davanti a ingenui espedienti: chi si aggrappa
alle boe, chi si riversa sugli altri, chi sente senza ascoltare. Un pensiero
che copre ogni altro, nonostante tutto e proprio per quello.
Ognuno di noi cerca di salvare sé stesso con ciò che crede di avere. E così facendo dimentica di potere proprio perché
non ha.
Timore di che, non ne provo più. C’è così poco da perdere, così tanto da cogliere. Come nei passi che sciolgo nei campi. Trovo sempre qualcosa, che siano semi, frutti o pensieri.
Braccia tese ovunque, per avvicinare o estromettere.
Impressi negli occhi i sorrisi di amore, come il dolore di chi soffre, e
l’indifferenza di altri. Presenza e assenza in giornate contigue: sei re e poi
profugo stanco. La corona e gli stracci in un solo respiro, in una sola stessa
unica vita.
L’ho visto nei sogni, l’ho toccato con le mani e col
cuore. Anime salve, cantava qualcuno..Anime sole, mi viene invece da dire…