Conosco
una persona che si occupa di sogni. Li legge, li esplicita, li usa. E si impegna a trasmettere questa arte perché
la conoscenza, soprattutto questa, è il
fondamentale preludio del fare, e quindi del Vivere.
Vivacchiare è un’altra cosa..Lo sappiamo
villanamente fare tutti…
Questa
persona è un amico, un amico di vita, della propria e di chiunque voglia
davvero viverla. Ed io lo amo e lo rispetto. A volte lo faccio impazzire con le
mie domande ottuse…
Francamente conosco solo alcuni dei miei limiti, però mi impegno a convertirli in punti di forza. Non è facile per
mille motivi, o forse per uno soltanto: siamo programmabili. Questo ce lo
insegnano molte scuole, ce lo ripetono pensatori e scienziati, lo vediamo
costantemente nello specchio della realtà quotidiana… Ma sono coriandoli di
informazione, che arrivano con folate di vento e volano via, un attimo dopo.
“Prima
di esser capito, un messaggio ha bisogno di essere accettato e letto; le
coscienze programmabili e programmate (…) dovrebbero essere messe da parte:
fare epochè, assenza di giudizio, assenza di coscienza” – così scrive l’Amico
nel suo Blog.
Nasciamo
informati, continuiamo ad essere informati, e informiamo a nostra volta… Acquisiamo parole abitate da piccoli sistemi di vita, confezioniamo concetti, architettando
una visione del mondo già pronta, diffondendo modi di concepire il nostro passaggio sulla
terra. Facciamo uso di gesti che rimandano a giudizi, ed esprimiamo idee generate
da convinzioni acquisite.
I pensieri, poi, volteggiano elastici in uno spazio
illimitato dentro e fuori di noi ... Ma quanto ci appartengono davvero?
Siamo
programmabili. Siamo programmati. Molto spesso inganniamo sostanzialmente noi
stessi, indotti a cercare cose di nessun interesse, a combattere battaglie di
scarso valore, a rifiutare ciò che invece è di vitale importanza. Viviamo
emozioni confuse e arraffate, in un gomitolo scomposto di cui non cogliamo il
principio.
E
poi arriva un sogno.
Una
immagine, semplice, evanescente, veloce. In una sola immagine che mi sfiora
leggera arriva la dritta sulla verità di questa grande tela che ogni giorno costruiamo
e disfiamo, tinta da umori ed emozioni non sempre sinceri. Non sempre reali.
“Quando l’inconscio vuole farti sapere
qualcosa di solito ti invia un sogno”, scrive il dott. Bernabei…Ed è così!
Con le immagini parliamo a noi stessi..Non ha senso ignorarle!
Eppure,
distrattamente…Le trascuriamo. Filtri, tappi e distrazioni: ascoltiamo
insegnamenti di altri e ignoriamo quelli che diamo a noi stessi. Perché non li
capiamo, perché non siamo addestrati ad accoglierli… Tutto ciò che è altro
sembra avere importanza e priorità assoluta…Ma
per una volta…Ma non ho tempo…Ma poi chissà che succede…Ma poi mi si complica
tutto!!
Paura,
dubbio, vergogna…
Si,
si complica tutto ciò che è in un equilibrio tirato, ma che non è in equilibrio
con te! Lasciamo cadere le carte, sovrapposte a costruire pagode. Son labili e
inutili, ostruiscono la via del possibile. Provare..un passo..Un altro…Una
piccola azione..
Partire
da un sogno per scoprirlo (e scoprirsi) reale.