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Buona lettura!

mercoledì 9 novembre 2016

Ancora Cezanne



Ancora Cezanne. Sulla scia dell'ultimo post e dei commenti che ne sono seguiti, decido qui di puntare uno spot su "la punta dell'iceberg", un iceberg di terra: la montagna di Saint Victoire.

Cezanne fu un artista infelice come molti altri della sua specie. Un innovatore, e quindi un solitario... Rimase incompreso fino alla morte. Con il suo lavoro si contrappose alla rigida e formale tradizione, vivificando le forme con colori accesi e screziati che prevaricavano le prospettive e costruivano una nuova materialità alle immagini.

Diverso, quindi, nel suo modo di osservare e restituire la realtà che lo accoglieva.

Frequentò importanti scrittori e artisti dell'epoca, studiò con gli impressionisti e condivise con loro il piacere del plen-air: lavorare all'aperto, a diretto e immediato contatto con la natura. Egli ascoltava e riproponeva quegli infiniti e sorprendenti giochi di luce e colore che la vita offre di continuo.

Negli ultimi vent'anni della sua vita era ossessionato da una particolare immagine: produsse oltre sessanta lavori tra disegni, acquarelli, schizzi e pitture che riproducevano, da prospettive diverse e nell'arco di alterne stagioni, una visione della stessa montagna: si trattava del monte Saint Victoire, che dominava la sua terra natia.

L'artista si immedesimò a tal punto con questo elemento da finire i suoi giorni proprio nello sforzo di riprodurlo, nella logorante attività di mostrarne al mondo le forme che variavano nella sua mente e davanti ai suoi occhi: dentro e fuori di sé. 

E nonostante si desse da fare per rappresentarne di volta in volta in veste diversa,con luci, colori e accessori vari, non poté celare a nessuno la continuità di ciò che identificava come il suo sogno ricorrente: una montagna che, lentamente e in modo inesorabile, si accasciava al suolo, perdendo forza e maestosità, sbiadendo e contraendosi nelle sue parti componenti, raggrumate finalmente in modo spezzato e sfocato...

Cezanne utilizzava i pennelli per parlare col mondo, e per gridare il suo dolore.  

Daniele Bernabei, nel commento al mio ultimo post, ha messo in evidenza ciò che l'artista ha rappresentato nel famoso dipinto La rupe rossa: il disfacimento quasi completo che precede di poco la morte, il grande volto di un uomo appena riconoscibile nella sua decomposizione, e una piccola lapide a forma di osso verticale come autografo.

In ciò che realizza, ogni autore rappresenta se stesso: disegna i suoi sogni e li offre a chi ha voglia e capacità di osservare.
 Spesso senza essere in grado lui stesso di leggere il proprio segno.

Sin dall'antichità sognare erba che cresce sul corpo è stata indicata dagli addetti ai lavori come indizio di morte imminente: i vivi viaggiano sulla terra e per mare; i morti sono sotto terra, e la vegetazione li sovrasta, fino ad inglobarli e nutrirsene.
Così la morte rende la vita, in una novità che sa di principio.

Quel quadro fu composto negli ultimi anni di vita. 

Lateralmente, in primo piano, è denunciata la causa della sua ossessione, rappresentata dalla simbologia di una sessualità perversa e involutiva, statica nella sua rigidità, e accesa nella sua rossa aggressione (si veda il commento al commento).

Se l'artista avesse avuto la competenza opportuna, o avesse fruito di una consulenza adeguata, avrebbe potuto probabilmente evitare di morire di polmonite, per strada, durante il ritorno di una delle sue scampagnate finalizzate a rappresentare, per l'ennesima volta, il male che lo affliggeva.

Sono insistente ma a ragion veduta, quando torno ancora a ripetere che le immagini, nella loro universalità, DICONO NOI.










.. La rupe rossa:






2 commenti:

  1. http://www.frammentiarte.it/wp-11-15/wp-content/uploads/2016/02/dallImpressionismo/Cezanne%20opere/59-cezanne-la-rupe-rossa.jpg

    Si può inserire l'immagine della rupe nel post?

    La rupe col la sua protuberanza, ovvero dove è l'angolo, rappresenta il pube di una donna (la madre?). Dentro, un piccolo feto con intorno un campo eterico rosso, inserito in un utero artefatto, rigido.
    Riprendendo Windows il quadro è composto da due finestre. La finestra rupe è a forma di ghigliottina o mannaia e sembra andare a sovrapporsi (drag & drop) alla finestra a sin."volto vegetale". La rupe è l'intenzionalità psichica del complesso dominante materno che si attiva come informazione (come programma) nella mente di Cezanne e come patologia somatica nei suoi polmoni che ne sono la rappresentazione corporea e simboleggiano concretamente l'aspetto negativo della diade tanatica materna.
    Due finestre di morte.
    La rupe in verità manca di prospettiva e somiglia più ad una lama insanguinata piuttosto che ad una formazione rocciosa.

    Nell'ultima immagine di S. Victoire, il pino della prima si è trasformato in un elefante scuro (o altro mostro) accovacciato. L'elefante, nei sogni, simboleggia il complesso materno negativo con la proboscide che rappresenta il pene psichico della madre.
    Gira e rigira sempre lì andiamo a sbattere.
    Pensa un po' la diade ossessiva "I Giocatori di Carte" è stata pagata 250.000.000$. Che se andiamo proprio in fondo a dirci la verità, ma proprio giù, giù: è come se l'acquirente avesse pagato 250 milioni per un pezzo di polmone dell'artista.
    Con buona pace dei critici d'arte che hanno sempre il mio rispetto quando dal mio profondo sentimento "capra" osservo certi quadri.

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  2. Un polmone davvero caro, ma si direbbe - a ragion veduta- più "caro" per gli appassionati d'arte che per colui che ne fu il possessore.
    Non colgo uno "spirito capra" in questa tua presentazione, ma una lucida e spietata lettura di un sogno di monito che,ahilui,il diretto destinatario non è stato in grado di fare propria.
    E gli avvertimenti,lo sappiamo,sono i campanelli di allarme che precedono le cattive notizie affinché si compiano azioni che ne impediscano l'imminente accadimento fenomenico.
    Una banale e grossolana (in)cultura spinge purtroppo molte persone a sottovalutare l'importanza dell'allarme che le immagini ci inviano. Ne conseguono situazioni, azioni e frustrazioni come effetti psicosomatici in ambito biologico,sociale, economico e di realizzazione personale.
    Un fallimento (psicosomatica negativa), ed un successo (psicosomatica positiva) sono le dirette conseguenze di comportamenti coerenti con la propria natura. E questo, le nostre immagini (quelle che i cosiddetti artisti rendono normalmente pubbliche) ce lo segnalano in anticipo, e lo fanno da tempo immemore.
    Aggiungo l'immagine della "rupe"come richiesto.
    Grazie infinite per il ricco intervento.

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